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Insinna, racconto l'uomo che vorrei essere

Esce il suo primo romanzo, 'La macchina della felicità'

(ANSA) - ROMA, 18 NOV - "Racconto l'uomo che vorrei essere, che sa spendersi fino in fondo, senza cercare alibi né compromessi. E' un po' il mio supereroe, coraggioso non perché non ha paura, ma perché la affronta e cerca di vincerla". Flavio Insinna ha proiettato la sua figura ideale in Vittorio, protagonista del suo esordio nella narrativa, 'La macchina della felicità', che esce per Mondadori, a due anni dal suo primo libro, 'Neanche con un morso all'orecchio' (2012), dedicato al padre e diventato un bestseller.

"E' la seconda sfida che Mondadori mi ha lanciato: ci ho messo tempo per portarla avanti, doveva uscire a Natale scorso, ma oggi posso dire con serena dignità di aver fatto il massimo. Ho seguito il precetto di Monsiuer Ibrahim e i fiori del Corano: il segreto della felicità è la lentezza", racconta il conduttore di Affari tuoi. "E' un romanzo d'amore ma non solo. Avrei voluto intitolarlo 'La Polinesia non è così lontana', ma in casa editrice mi hanno spiegato che così sarebbe finito tra le guide turistiche. Allora ho 'rubato' una frase al figlio di una mia amica, che da bambino prometteva alla mamma che sarebbe diventato ingegnere per costruire per lei 'la macchina della felicità'. Comunque, siccome sono simpaticamente tignoso come i gatti romani, ho inserito la frase sulla Polinesia in un momento, spero abbastanza romantico, del romanzo".

Perseguitato da un'insonnia perenne ("Ne ho sofferto anch'io dopo la scomparsa di mio padre, da qualche mese dormo alcune ore e senza mostri"), abitudinario, Vittorio ogni martedì va al cinema a vedere un film di insuccesso. Alla cassa c'è Laura, bella e provata dalla vita, ironica e sognatrice. Fra i due scocca la scintilla: tra sentimenti, passioni e colpi di scena si arriva a un finale inaspettato. "Laura è la donna che mi piacerebbe incontrare", confessa Insinna, consapevole che "la macchina della felicità non esiste, ma possiamo esserlo noi per gli altri. I due protagonisti sono due infelici fino a quando non si incontrano: ma anche quando le cose sembreranno scivolare via serene, saranno costretti a scelte complesse". Ci tiene però a sottolineare che il romanzo "non è un elogio della fuga: mi piace parlare di una storia di trasformazione. Mi avvio a compiere 50 anni il prossimo 3 luglio: sarei bello che morto anche da vivo se non avessi accettato il cambiamento".

'Allergico' alla parola successo ("per me è un participio passato, preferisco 'succedere', 'cosa succederà'"), Insinna si affida ora al giudizio dei lettori. I più severi ce li ha in famiglia: "Mia madre - dice con un sorriso - ha avuto da ridire sul finale. Del resto i miei familiari sono davvero rigorosi e imparziali, anche quando lavoro al teatro o in tv". Intanto continua a macinare ascolti su Rai1 con Affari tuoi: "Il segreto secondo me è non stancarsi di ascoltare i concorrenti, quello che dicono e anche quello che non dicono, rapportarsi alla loro storia, alla loro esperienza. Il programma vive per questo".

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