Un infinito diorama di luoghi comuni, vezzi, finti moralismi, ipocrisie, scene rubate per strada, insulti e volgarità, il tutto sotto una sottile superficie perbenista: è quello che propone, con evidente animo moralistico, BAD LUCK BANGING OR LOONY PORN di Radu Jude, Orso d'oro 2021 alla 71/ma edizione del Festival di Berlino e, dal 16 aprile, distribuito da Lucky Red su MioCinema.
Il film, che rispetta un po' la tradizione della Berlinale che fa vincere i film più rarefatti e spiazzanti, parte con immagini esplicite di sesso, un vero e proprio film porno in primo piano.
Solo che i protagonisti di questo filmato, degno di PornHub, sono un'insegnante delle scuole medie, Emilia Cilibiu (Katia Pascariu), e suo marito Eugenio.
Fin qui niente di male se non per il fatto che il video è diventato in breve tempo virale e che alcuni degli alunni della professoressa lo hanno visto e rivisto.
Da qui la lunga odissea stradale di Emilia che attraversa a passo svelto tutta una rumorosa Bucarest piena di involontari teatrini. C'è chi alla cassa di un supermercato blocca la fila perché non ha abbastanza soldi e deve togliere qualcosa dalla propria spesa (e questo tra le proteste di alcune massaie insensibili alla povertà); chi chiama 'puttana' e 'morta di fame' la professoressa che protesta contro chi ha bloccato con la sua auto il passaggio pedonale e ancora aneddoti, piccole verità e massime.
Una su tutte: "i bambini sono prigionieri politici dei loro genitori".
E poi immagini di repertorio della storia della Romania si alternano a quelle di teste di maiale ("sono animali fatti per essere mangiati" dice una voce fuori campo") e a scene in bianco e nero della persecuzione dei rom e degli ebrei in Romania.
Nel frattempo Radu Jude accompagna con la sua macchina da presa Emilia attraverso questa città, tra luoghi oscuri e patinati, tra periferie e centri commerciali. E tutto questo in un continuo bagno di folla in mascherina anti Covid d'ordinanza (il film è stato interamente girato in piena Pandemia.
In una sorta di ritmato zapping, tra immagini di repertorio e realtà urbane, Emilia raggiunge finalmente l'atto finale dove questa commedia, grottesca e barocca, trova la sua vera anima nella varietà dei personaggi che sono in attesa della professoressa per giudicarla.
Sarà l'assemblea dei genitori a mostrare le varie maschere di una realtà piena di ipocrisie e pregiudizi. C'è non solo la morbosità di questi genitori che pretendono di rivedere il filmato commentandolo a modo loro, ma anche la morale del prete, quella dell'ufficiale dell'esercito, quella della donna non più giovane e quella di chi si mostra invece progressista.
E va detto che Emilia (alias la voce del regista), attrezzata come è culturalmente, replica punto per punto, non ci sta a subire e questo fino al giudizio finale, declinato nel film in tre diverse sentenze.
D'altronde come ha più volte sottolineato il regista: "La mia idea era solo quella di mostrare che la cosiddetta oscenità nel video porno non è niente in confronto a ciò che ci circonda, ma a cui non prestiamo la giusta attenzione".
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