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Del Toro, l'animazione va resa libera dai preconcetti

Cinema

Del Toro, l'animazione va resa libera dai preconcetti

Regista in incontro con autori di Wolfwalkers, in corsa Oscar

ROMA, 16 febbraio 2021, 17:06

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

Wolfwalkers - RIPRODUZIONE RISERVATA

Wolfwalkers - RIPRODUZIONE RISERVATA
Wolfwalkers - RIPRODUZIONE RISERVATA

Due bambine, nell'Irlanda del 17/o secolo, che, in un mondo dove per le donne non c'è libertà di scelta, trovano la loro libertà attraverso quella che sembra una maledizione: lo sdoppiarsi, quando dormono, in lupi. Sono le due eroine di Wolfwalkers - Il popolo dei lupi, il film disegnato a mano degli irlandesi Tomm Moore e Ross Stewart, in gara per il Golden Globe al miglior film d'animazione, e dato fra i favoriti anche per l'Oscar. E' il terzo capitolo, dopo The Secret of Kells (2009) e La canzone del mare (2014) della trilogia dedicata ai miti irlandesi dallo Studio Cartoon Saloon che ha fatto dei film disegnati a mano la sua cifra stilistica.

Tra i più grandi fan di Wolfwalkers, disponibile su Apple Tv+, c'è anche Guillermo del Toro che ha moderato un incontro online con i due autori per l'American Cinemateque. Per Del Toro, Wolfwalkers, va nella stessa direzione che lui segue quando dirige film d'animazione, come in questo periodo, nel quale lavora a una versione stop motion di Pinocchio: "Dobbiamo liberare questo genere dal preconcetto che siano storie per bambini. Per anni siamo stati soggiogati dal mainstream - sottolinea il cineasta messicano - ma ora siamo in un momento in cui un'intera generazione di animatori può cambiare questa forma d'arte, farla uscire dal ghetto dove l'ha costretta per decenni un'industria senza pietà, con la mentalità da corporazione. Il pubblico è pronto per questo cambiamento". In Wolfwalkers "non avete solo sviluppato il vostro stile ma avete anche usato nel modo più semplice le tecniche digitali creando qualcosa di estremamente bello e difficile da realizzare" spiega Del Toro. Infatti "il nostro non è 2d - conferma Moore, che è tra i fondatori di Cartoon Saloon -. L'estetica è legata al disegno a mano e all'illustrazione ma noi giochiamo con tutte le D" .

Al centro del racconto, ambientato nel 1650, c'è l'arrivo a Kilkenny, in Irlanda, da poco colonizzata in maniera violenta dall'Inghilterra, della piccola Robyn, insieme al padre cacciatore, Bill Goodfellowe. L'uomo è stato arruolato dal dispotico Lord Protector, per eliminare tutti i lupi che ancora popolano i boschi della zona. Robyn, intenzionata ad aiutare il padre, dopo un incidente da scoprire, incontra prima un lupo, che nel tentativo di aiutarla la morde, e poi Mebh, bimba selvaggia e libera. La piccola è una wolfwalker, cioè un'umana che quando dorme, si sdoppia in un lupo, ed è figlia della leader del branco, anche lei wolfwalker, Moll, che però non ha più dato notizie da quando è partita per andare a trovare un altro luogo dove stabilirsi. Robyn si troverà a diventare lei stessa una wolfwalker ed a decidere di aiutare Mebh e la madre, entrando in conflitto con il papà e con lord Protector. "Normalmente il mito di queste leggende è maschile - osserva Del Toro - viene in genere da guerrieri e cacciatori, figure ferali. Qui invece è concentrato sulla madre, la figlia, sulla figura di una guaritrice, e lo spirito della foresta".

Moore spiega di aver voluto raccontare "una matriarchia contro una patriarchia. E' per quello che abbiamo reso Robyn una bambina. La storia è diventata molto più interessante nel raccontare come queste bambine che possano tirare fuori la loro personalità, la loro anima femminile". Questo in un'epoca "dove invece le donne non avevano nessuna libertà, e appena si allontanavano da quella che era considerata la norma erano perseguite come streghe - aggiunge Stewart -. Robyn non aveva futuro. Quando incontra Mebh può vivere liberamente, istintivamente, e fare le sue scelte, lasciandosi alle spalle un'esistenza in cui altri avrebbero deciso per lei". Il regista messicano oltre ad amare profondamente i lavori di Cartoon Saloon, è legato all'Irlanda e ai miti irlandesi, anche da ragioni famigliari. "Fra i miei ascendenti da parte materna c'è anche una linea irlandese, legata al fatto che a metà del 1800 dei coraggiosi irlandesi vennero a combattere per il Messico e decisero di mescolarsi con la popolazione - racconta sorridendo - Mio nonno si chiamava Guillermo Gomez O' Colligan".

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