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Berlino si sdoppia, effetto domino per i festival?

Chatrian, online a marzo e con il pubblico a giugno

Non è del tutto una sorpresa per gli addetti ai lavori, che il festival di Berlino cambia almeno temporaneamente formula per adeguarsi alla nuova emergenza sanitaria. L'aumento dei contagi in Germania e il timore di una terza ondata del Covid-19 hanno infatti indotto il direttore della Berlinale (Carlo Chatrian) e il suo omologo operativo (Mariette Rissenbeek) a varare una formula davvero anomala al posto del tradizionale appuntamento di febbraio nella capitale tedesca. Il popolo festivaliero internazionale si collegherà infatti online a marzo per seguire il mercato dei prodotti e dei progetti (attività che riguarda produttori, registi, distributori internazionali) e per vedere in anteprima i film selezionati per il concorso e le altre sezioni della kermesse. Viene invece annunciato per giugno un evento « in presenza » riservato - si suppone - soprattutto al pubblico berlinese con la proiezione dei film vincitori e una compilation di altri titoli a seconda della disponibilità e delle uscite in sala.

Negli anni il festival di Berlino, nato all'inizio degli anni 50, si è conquistato una posizione di preminenza nel panorama mondiale e viene considerato uno dei quattro avvenimenti fondamentali del calendario annuale per tutti gli amanti del cinema insieme a Cannes, Venezia, Toronto. Lo spostamento delle date 2021 e la formula davvero insolita non mancheranno di creare scompiglio e forse un effetto domino in tutto il sistema cinema. Finora solo la Mostra di Venezia ha confermato ufficialmente le prossime date, dall'1 all'11 settembre.

Il giocatore misterioso resta invece Cannes (l'evento commerciale più importante di tutti anche se insidiato in questi anni proprio da Venezia) che di norma si svolge a maggio, che nel 2020 di fatto non si è tenuto e adesso deve recuperare il tempo perduto. Già si vocifera di un suo slittamento a luglio, con conseguente turbativa rispetto a Venezia e Locarno (che si svolge ad agosto). È chiaro infatti che se le distanze abituali (Berlino a febbraio, Cannes a maggio, Venezia a settembre con Locarno in qualità di outsider ad agosto) garantivano a tutti un sufficiente numero di film senza eccessiva concorrenza, questo inatteso Monopoly vedrà soccombere i meno forti. Per ora a rischiare di più è però proprio Berlino la cui formula ora annunciata tradisce una certa fragilità e un più incerto appeal. Starà al direttore italiano, Carlo Chatrian, fugare i dubbi e proporre un cartellone attrattivo per pubblico, critica e addetti ai lavori.

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