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Regina King, il mio esordio nel segno del black power

Regina King, il mio esordio nel segno del black power

One Night in Miami racconta amicizia Cassius Clay e Malcom X

VENEZIA, 08 settembre 2020, 10:14

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

Regina King - RIPRODUZIONE RISERVATA

Regina King - RIPRODUZIONE RISERVATA
Regina King - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un anno fa l'Oscar come migliore attrice non protagonista in Se la strada potesse parlare, e prima ancora decine di interpretazioni in film e soprattutto serie tv, da 24 a The Bing Bang Theory e Watchmen, ma ora per Regina King è arrivato il momento del debutto alla regia, un esordio che non rimarrà unico, visto che è al lavoro in questi giorni nella produzione del secondo film. Era attesa a Venezia 77 con il suo cast per il film selezionato Fuori Concorso, ma tutti sono rimasti prudentemente negli Stati Uniti e l'incontro è stato in collegamento video. Acquisito da Amazon e prossimamente anche al Toronto Film Festival, il film è quanto di più attuale si possa immaginare.

One Night in Miami racconta dell'incontro e dell'amicizia tra Malcom X, Cassius Clay, il cantante Sam Cooke e la star del football e attore Jim Brown, che passarono un'intera notte insieme dopo l'incontro che incoronò l'allora appena 22enne pugile campione del mondo dei pesi massimi, correva l'anno 1964. Tratto da una piece teatrale di grande successo, con radici nelle autobiografie dei protagonisti, la sceneggiatura di Kemp Powers (un fantastico autore di Broadway, tra l'altro) è un dialogo a quattro voci sul black power, i diritti dei neri, le lotte per l'emancipazione, una dialettica fatta anche di scontri, di punti di vista diversi ma di uguale desiderio di scardinare una volta per tutte il razzismo in cui vivevano.

"E' incredibile come oltre 50 anni dopo queste conversazioni tra neri - dice all'ANSA Regina King, protagonista del movimento #MeToo e attivista - siano sempre le stesse che potremmo ascoltare oggi: come essere accettati, come contare, come non avere le porte chiuse dai bianchi, come farsi rispettare, come non essere chiamati negri. La storia vera di One Night in Miami è incredibilmente molto contemporanea. Vederla oggi, con le lotte americane di questi giorni, le marce del movimento Black Live Matters fa impressione, siamo in un momento esplosivo e, anche se pensando al film e mentre giravamo un anno fa non c'erano stati l'omicidio di George Floyd né le rivolte, quest'opera aveva dentro di sé un destino, marciava da sola e io ne sono fiera".

Regina King racconta che uscirà a breve, "si pensava ad un posticipo per la situazione delle sale per la pandemia, ma io mi sono opposta, One Night in Miami va visto adesso e spero con questo film di poter fare la mia parte per la mia comunità, contribuire ad un cambiamento che è ormai indispensabile". Il film mostra Cassius (Eli Goree) spavaldo sul ring, danzare come faceva lui, felice di piacere a se stesso e agli altri, vincere il 25 febbraio 1964 a Miami Beach l'incontro contro Sonny Liston, un match che è negli annali della storia della boxe. La festa dopo la vittoria è ben altro: nella stanza squallida di un motel per neri. Accanto a lui l'amico Malcom X - Kingsley Ben-Adir che curiosamente interpreta Barack Obama nella miniserie inedita The Comey Rule - il leader della lotta afroamericana di quegli anni, suo consigliere spirituale, colui che farà di Cassius Clay Mohammed Alì. Tra loro che discutono di integrità morale dei neri, di disciplina e rispetto si intromettono il cantante Sam Cooke (Leslie Odom Jr) e il giocatore Jim Brown (Aldis Hodge), molto più laici nei comportamenti, convinti che vincere il razzismo sia avere lo stesso potere dei bianchi e anche i loro stessi soldi. Malcom X sente il pericolo imminente e qualche mese dopo verrà assassinato.

"Ci sono quattro icone afroamericane, quattro persone che muovevano le folle e sentivano tutto il peso di questa responsabilità. Il film mette in luce la loro vulnerabilità, la fragilità che pure avevano. I neri vengono raccontati spesso senza complessità ma sentivo urgente il bisogno di rappresentarla senza altri clichè. One Night in Miami è una lettera d'amore alla lotta di queste persone coraggiose, alla loro esperienza umana, hanno avuto esperienze atroci di razzismo, sono stati dei grandi leader ma prima di tutto uomini. Sapevano di avere la responsabilità sociale del fardello nero, essendo così carismatici ed eccezionali, e l'hanno accettata. Riascoltarli, farli conoscere è una grande missione per me".

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