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Aniello Arena, quarantena? un carcere con balcone

Aniello Arena, quarantena? un carcere con balcone

Attore protagonista di Ultras, vorrei interpretare un poliziotto

ROMA, 28 marzo 2020, 20:21

Francesco Gallo

ANSACheck

Cinema: Arena, quarantena? un carcere con balcone - RIPRODUZIONE RISERVATA

Cinema: Arena, quarantena? un carcere con balcone - RIPRODUZIONE RISERVATA
Cinema: Arena, quarantena? un carcere con balcone - RIPRODUZIONE RISERVATA

Aniello Arena, protagonista di 'Ultras' di Francesco Lettieri, film sulla tifoseria napoletana che vola in questi giorni sulla piattaforma Netflix, e già membro della Camorra di Barra condannato all'ergastolo per la strage di piazza Crocelle, ha dalla sua, oltre il naturale talento, l'autenticità. Anche quella di poter confrontare la sua quarantena da Coronavirus, vissuta a Roma con la sua compagna, con il carcere: "Alla prigione alla fine ti ci abitui - dice l'attore raggiunto telefonicamente dall'ANSA - ti rassegni a non poter uscire, mentre in casa hai comunque il balcone, ti affacci e vedi la vita che c'è fuori. Se impazzisci poi - continua - puoi sempre scendere in strada. Non c'è nessun controllore sotto il portone, anzi spesso si vedono brutte cose in strada come un ragazzino sul suo skateboard con tanto di mascherina. Ma, dico io, tu genitore non lo puoi legare a tuo figlio?". Arena, nato a Napoli nel 1968 e che ha iniziato a recitare con la Compagnia della fortezza per poi debuttare , grazie al regime di semilibertà, con Matteo Garrone in 'Reality', ci tiene poi a far sapere che ormai da due anni è totalmente libero: "Una cosa che nessuno scrive ed è invece importante si sappia". Ancora sul Coronavirus dice poi l'attore: "Certo è una cosa che fa davvero paura, almeno finché non ci sarà un vaccino. A Napoli è accaduta una cosa che mi ha molto colpito. Una coppia ammalata è stata portata dal figlio all'ospedale, il padre è stato ricoverato mentre la madre no.
    Così questa povera donna è stata in giro per 24 ore prima di morire: ma come si fa? Una vera e propria crudeltà - sottolinea Arena -, non avrei mai immaginato che si potesse arrivare fino a questo punto". Il fatto è, continua l'attore "che questa volta il nemico è davvero invisibile e così quando esci ti sembra di stare come dentro un video gioco. Se incroci qualcuno diventa subito una scena da 'Per un pugno di dollari', ti guardi e riguardi con chi incroci per strada perché alla fine ognuno di noi può essere un ipotetico malato". Nel futuro di Aniello Arena - che ha nel suo curriculum film come Dogman, La paranza dei bambini e Fiore gemello - tanti provini di cinema e teatro che sono però slittati per il Coronavirus. Mentre tra i suoi sogni c'è la voglia di interpretare un poliziotto ed essere nel cast di un film in costume. "Vorrei fare un poliziotto dall'aspetto umano, alla Serpico - dice -. Uno che se trova un ragazzo con dell'hascisc in tasca gli dà due sberle e lo manda via, mentre se incontra un vero criminale sa come trattarlo. E poi mi piacerebbe fare anche un film in costume, epoca Masaniello - conclude , o anche un femminiello. Impossibile invece per me fare un milanese, la mia cadenza non me lo permetterebbe".
   

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