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Ron Howard racconta il suo Pavarotti

Il biopic su big Luciano in sala dal 28 al 30 ottobre

Un grande affresco di Pavarotti pieno di pathos, musica, successi, positività, famiglia, donne, tradimenti e cucina, quella italiana che non mancava mai di far assaggiare ai suoi molti amici sparsi per il mondo. E così fa bene a dire Ron Howard, autore di 'Pavarotti', passato oggi alla Festa di Roma: "Che vita ha avuto Pavarotti! È stato difficile scegliere cosa raccontare".

E ancora il regista:"La sua è stata una vita da opera, una vita come quelle che rappresentava sulla scena". Il film uscirà nelle sale italiane solo per tre giorni, il 28, 29 e 30 ottobre, prodotto da Polygram Entertainment, Imagine Entertainment e White Horse Pictures con Diamond Docs in collaborazione con TimVision e Wildside e distribuito da Nexo Digital in collaborazione con i media partner RTL 102.5, Classica HD, MYmovies.it, Rockol.it, Onstage. Molti hanno pianto per questo docu che racconta quell'uomo pieno di "sorriso carismatico", di popolare ottimismo, la cui storia è come una favola: da figlio di fornaio a superstar internazionale.

Un tenore capace di segnare profondamente il mondo dell'opera lirica e di vendere 100 milioni di dischi nel corso della sua carriera, di rendere popolare l'opera, di mescolare musica classica e pop e di dedicarsi, nell'ultima parte della sua esistenza, alla beneficenza anche grazie all'amicizia con Lady Diana. Il regista premio Oscar ha attinto con l'aiuto della famiglia, vecchia e nuova, del tenore a un enorme archivio di foto. Scorrono così le immagini della figlie, Cristina, Giuliana, Lorenza, della loro mamma Adua, poi di Nicoletta Mantovani, dalla quale ha avuto Alice, ma anche le testimonianze di Bono Vox e soprattutto di Placido Domingo e José Carreras, ovvero di quel trio nato in occasione dei Mondiali del 1990 che ci ha lasciato un indimenticabile Nessun Dorma a tre voci. "Oltre ad essere un genio - dice Howard - è stato anche un ambasciatore per l'opera che lui voleva rendere popolare. Ora mi auguro che questo film possa fare lo stesso anche per chi di solito non segue questo genere musicale".

E ancora il regista: "Pavarotti era interessante come soggetto, perché era molto conosciuto nel mondo come artista, ma si sapeva ben poco della sua vita. Io, da non esperto di lirica, ho capito che la sua vita aveva qualcosa di analogo all'opera: in alcune sue esibizioni sentivo che cantava, ma anche che forse quella non era solo una recita, aveva invece un reale rapporto emotivo con la sua vita, così abbiamo costruito il film intorno a delle arie. La famiglia poi si è mostrata molto disponibile ad essere intervistata e a darci accesso a un materiale inedito, che mostra ancora di più l'onestà e la positività di Pavarotti". Nel futuro di Ron Howard anche un film targato Netflix, Hillbilly Elegy, un dramma familiare. Di Netflix Howard parla solo bene: "Ti lascia il controllo totale della tua creatività. Non credo che le piattaforme rovinino il cinema in sala, ma piuttosto che sia il pubblico ad indicare con i suoi gusti il futuro".

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