"Io vittima della censura di
Hollywood": l'artista dissidente cinese Ai Weiwei ha accusato i
produttori di "Berlin, I Love You" di aver tagliato per ragioni
politiche un segmento da lui girato che doveva far parte del
film a episodi uscito qualche giorno fa negli Usa. Il timore di
incorrere negli strali di Pechino avrebbe indotto a rifiutare il
contributo di Ai, girato nel 2015, quando il dissidente era
ancora agli arresti domiciliari in Cina, dando istruzioni al
produttore tedesco del film Claus Clausen, ha sostenuto
l'artista su Twitter.
Clausen e un'altra producer, Edda Reiser, hanno confermato,
attribuendo però la censura alle riserve di alcuni distributori
internazionali: "La Cina fa paura", ha detto Clausen. Emmanuel
Benbihy, il produttore esecutivo basato a Shanghai che ha i
diritti della serie "Cities of Love", a sua volta ha negato
qualsiasi proposito censorio, parlando solo di ragioni
artistiche: "Il segmento di Ai - ha detto a Variety - non era
all'altezza del film".
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