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Non ci resta che vincere, dal boom agli Oscar

Dramedy spagnola con protagonisti disabili candidata a Academy

Uragano Zalone a parte, è diventato difficile per un film italiano superare al botteghino i dieci milioni di euro. In Spagna invece ci sono magnifici fenomeni come Campeones, in uscita da noi il 6 dicembre, distribuita da Bim/Movie Inspired, con il titolo Non ci resta che vincere, dramedy delicata e profonda di Javier Fesser che unisce attori d'esperienza come Javier Gutiérrez e Athenea Mata e protagonisti disabili, fra i quali Sergio Olmos, Lago Solís, José De Luna, Fran Fuentes e Gloria Ramos.

Il film ha incassato oltre 18 milioni di euro (il budget era di poco più di 4) ed è stato scelto come candidato spagnolo nella corsa all'Oscar per il miglior film straniero. Al centro del racconto c'è Marco (Gutiérrez), talentuoso allenatore di basket, che dopo essere stato fermato per guida in stato d'ebbrezza, viene affidato ai servizi sociali con l'incarico di allenare una squadra formata da persone con un deficit mentale. Un gruppo formato da forti personalità, che vive la vita come lo sport, anche partecipando al campionato nazionale in una dimensione totalmente nuova per l'allenatore. "E' un film molto diverso dagli altri che ho diretto - dice a Roma Fesser, già vincitore con le sue precedenti opere di cinque premi Goya -. Parlo di realtà che ho avuto modo di conoscere bene in questi anni. Ero partito dall'idea di voler raccontare che siamo tutti uguali e ho finito con la consapevolezza che siamo tutti meravigliosamente differenti. Una diversità che ci invita a conoscere, vivere avventure e emozionarsi, senza utilizzare etichette".

Per formare il cast "abbiamo lavorato a stretto contatto con tante associazioni, e al casting hanno partecipato più di 600 candidati (per scegliere i 10 protagonisti). Ho potuto conoscere loro ma anche le loro vite e famiglie, e ho adattato la sceneggiatura sulle loro esperienze e personalità". Athenea Mata, che interpreta Sonia, la compagna di Marco, racconta di essere andata "a vedere il film in sala con i miei figli e accanto a noi c'erano persone con disabilità, felici di vedersi finalmente rappresentate. Forse il pubblico ha risposto così tanto perché c'era bisogno di una pellicola luminosa come questa in un momento di forte cinismo e negatività".

Nella storia, si fa anche un accenno anche alla frode commessa dalla Spagna ai giochi paralimpici di Sydney nel 2000, dove la squadra di basket iberica fu costretta a restituire la medaglia d'oro quando si scoprì che nel team su 12 giocatori solo 2 erano realmente disabili: "fu una truffa enorme e vergognosa che stride con il messaggio del film" sottolinea Fesser, che vive la corsa agli Oscar, con l'attitudine che ha imparato dai suoi protagonisti: "Ci stiamo godendo questo bellissimo percorso, il risultato finale non conta". Tra gli spettatori all'anteprima per la stampa c'erano anche alcuni campioni italiani disabili che stanno raccogliendo vittorie nel mondo come i cestisti Francesco Leocata e Alessandro Ciceri, con il loro allenatore Giuliano Bufacchi; Nicole Orlando, plurivincitrice in più sport di medaglie d'oro e d'argento, oltre che 'Iena' e ex concorrente a Ballando con le stelle ("io non mollo mai" dice sorridendo) e Ruud Koutiki, atleta di punta della Nazionale di Atletica leggera paralimpica. (ANSA).

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