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Ecco Loro 1 di Paolo Sorrentino, il film su Berlusconi

Esce primo capitolo della pellicola. Loro2 dal 10 maggio

Coca, concorsi di bellezza, pre-olgettine pronte a tutto pur di farsi strada, sederi e tette al vento, qualche amplesso consumato alla buona, casareccio, ex ministri pieni di intrallazzi, il tutto animato da un solo desiderio: arrivare a quell'uomo che tutti chiamano con rispetto 'Lui' (Berlusconi/Toni Servillo). Sono questi i 'Loro' che danno il titolo al film in due parti di Paolo Sorrentino - in sala dal 24 aprile Loro 1, la prima parte con Universal in 500 copie, mentre la seconda arriverà il 10 maggio, in pieno Festival di Cannes che però non ha ancora sciolto le riserve su una sua possibile partecipazione. Nel film un florilegio di estetismi, citazioni, battute, immagini di un'Italia da fine impero: cialtrona, cattiva, desiderosa di essere corrotta.

È ciò che si vede in questa opera caravanserraglio con un incipit folgorante: una pecora davanti alla tv attenta a quiz e messaggi promozionali, una pecora campione, esaltata, incantata, che stramazza al suolo quando il mega televisore all'improvviso si spegne. E Berlusconi? Arriva nel film, come chi può solo essere evocato, dopo un'ora e un quarto, e si presenta in maschera (vestito da odalisca), pur di far pace con la sua amata Veronica (Elena Sofia Ricci) che legge Saramago nella sua villa Certosa con tanto di vulcano. La prima puntata è così quasi tutta dedicata a un bravissimo Scamarcio, nel ruolo di Sergio Morra (un possibile Gianpaolo Tarantini), uno che viene dalla Puglia, uno smart che vuole arrivare, un jolly nel sottobosco della politica locale dove procurare sesso a volte equivale a sbloccare un appalto.

E in questa Italia dove i comunisti ancora "mangiano i bambini", in questa Italia pre-Bunga Bunga (siamo circa nel 2008), troviamo un ex ministro poeta con camicie sgargianti (Fabrizio Bentivoglio) che, dopo aver tradito, non vuole entrare nel cono d'ombra della politica e si inginocchia davanti al Cavaliere. Un Berlusconi che, almeno rispetto a chi gli dà la caccia e vorrebbe essere proprio come lui, non ne esce affatto male. Quello che infatti racconta il premio Oscar Sorrentino è un Berlusconi cinico, spiritoso, ma anche romantico con al servizio un Apicella che lo accompagna con la sua chitarra in ''Malafemmina'', un uomo troppo ricco, capace di far comparire sul prato della sua villa anche Fabio Concato alle prese con una 'Domenica Bestiale', la canzone 'galeotta' dell'amore tra Berlusconi e la Lario.

Potente però certo, anche se in un momenti in cui non è al governo, tanto che quando compare un misterioso uomo più potente di 'Lui', non se ne vede il volto, ma si sa che tutti lo chiamano 'Dio'. In questo film ispirato alla vita del Cavaliere, con tanto di megacast (da Kasia Smutniak ad Anna Bonaiuto, da Ugo Pagliai a Ricky Memphis, da Iaia Forte a Michela Cescon fino a Roberto Herlitzka) é caccia al personaggio evocato o suggerito da Sorrentino, ma a parte Berlusconi (che tutti chiamano 'Lui'), la moglie Veronica e un riferimento abbastanza probabile a Tarantini (anche se nel film si chiama in un altro modo) c'è solo un nome vero che appare addirittura scritto su un cartellino-invito: quello di Letizia Noemi.

Frase cult del film quella che dice Berlusconi prendendo le distanze da una sua presunta omofobia: "Anche io per un 25% sono gay, ma per quella percentuale sono lesbica". Infine una curiosità sulle note di regia di Sorrentino : "Silvio Berlusconi è molto altro. E non è facile esprimere una sintesi. Per questo devo chiedere aiuto a chi è molto più bravo di me: Hemingway che in Fiesta scrive: 'Non c'è nessuno che viva la propria vita sino in fondo, eccetto i toreri'. Ecco, parafrasando, forse l'immagine più compendiaria che si può avere di Silvio Berlusconi è questa: un torero".

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