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Ridley Scott racconta Getty, campione d'avarizia

In sala Tutti i soldi del mondo sul rapimento del 1973

Nel nuovo film di Ridley Scott, 'Tutti i soldi del mondo', basato sul rapimento in Italia nel 1973 di John Paul Getty III (Charlie Plummer), quello che colpisce di più è la maniacale avarizia del nonno, il magnate del petrolio Jean Paul Getty I, interpretato da Christopher Plummer (un ruolo che era di Kevin Spacey prima del suo allontanamento dal set dopo lo scandalo molestie). Considerato allora l'uomo più ricco del mondo, come si vede nel film in sala dal 4 gennaio con la Lucky Red, il magnate era totalmente incapace di spendere il suo denaro e perfino disposto a lavare le sue camicie in albergo pur di non pagare il servizio.

Scritto da David Scarpa e liberamente ispirato al romanzo omonimo di John Pearson, il film, girato in Italia, ricostruisce, con una certa libertà ed alcuni inevitabili stereotipi sul nostro Paese, un fatto di cronaca che fu un caso mediatico internazionale e che ebbe il suo apice quando i rapitori tagliarono un orecchio al giovane rampollo dopo l'ennesimo rifiuto di pagare da parte del nonno.

Tutto inizia il 10 luglio 1973, quando Paul Getty III viene rapito a Roma a piazza Farnese dalla 'ndrangheta che chiede un riscatto di 17 milioni di dollari. Da qui una lunga trattativa della coraggiosa madre di Paul, Gail (Michelle Williams), affiancata dell'uomo della sicurezza del nonno, Fletcher Chace (Mark Wahlberg), per liberare il ragazzo prima che venga ucciso. Paul Getty III viene finalmente liberato il 17 dicembre dello stesso anno, sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria, grazie al tardivo ripensamento del nonno che paga 1 miliardo e 700 milioni di lire.

"Aveva fegato e cervello - dice Ridley Scott di Paul Getty III - . Non si va in Medio Oriente nel 1948 a comprare diritti petroliferi e terreni se non hai coraggio e intelligenza. Era un uomo geniale, ma questo aspetto sparì di colpo quando gli venne chiesto quanto avrebbe pagato per suo nipote e lui rispose con un secco: 'niente'. Tutti rimasero profondamente scioccati. Ma in questo modo lui stava mandando un messaggio anche ai rapitori. I sequestratori - continua il regista britannico di Blade Runner - sono essenzialmente terroristi e oggi i governi non negozierebbero con loro. Così in un certo senso il vecchio Paul Getty ha avuto un approccio moderno alla questione. E la gente dimentica poi che era un filantropo a diversi livelli. All'epoca aveva cominciato a pensare a quello che avrebbe lasciato ai posteri: stava infatti già costruendo quella che adesso è Villa Getty a Santa Monica, un meraviglioso museo con ingresso gratuito".

Frase cult del film, quella dello stesso magnate: "Chi riesce a contare i suoi soldi non è un vero miliardario".

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