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Coco, un ponte per superare divisioni

Coco, un ponte per superare divisioni

Unkrich, nostro omaggio a Messico. Film Disney in sala da 28/12

ROMA, 11 dicembre 2017, 14:40

Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' diventato involontariamente il film animato più 'politico' di sempre, firmato Pixar Disney, Coco di Lee Unkrich e Adrian Molina, emozionante lettera d'amore alla cultura messicana, sul valore della memoria e della famiglia, ambientata durante il coloratissimo 'dia de los muertos'. Al debutto in Italia il 28 dicembre, la fantasy/comedy/musical già uscito negli Usa di Trump, che invece vuole un muro di separazione dal Paese latinoamericano.

''Abbiamo iniziato a lavorare al progetto sei anni, fa, quando il mondo era molto diverso - spiega oggi a Roma Unkrich, già coregista, fra gli altri di Toy Story 2, Monster & Co, Alla ricerca di Nemo, e regista di Toy Story 3 -. L'idea era raccontare il nostro amore per il Messico (dove Coco è già diventato il film più visto di sempre), il suo popolo e sua tradizione. Ora il momento è più travagliato, speriamo che il film contribuisca a costruire un ponte, mostrando la bellezza di questa cultura, per far dissolvere alcune delle barriere artificiali che ci costruiamo intorno''.

Protagonista delle storia è Miguel, 12enne talentuoso con il sogno di diventare musicista, seguendo le orme del suo idolo, il leggendario Ernesto de la Cruz. L'aspirazione del bambino è tuttavia fortemente contrastata in famiglia, dove la musica è proibita da generazioni a causa di un dolore passato. Miguel però non sente ragioni e nel festoso Dia de los Muertos il giorno dei morti, nel quale i trapassati, sono riportati nella Terra dei vivi dal ricordo dei loro cari, si ritrova a fare il viaggio al contrario alla ricerca dei suoi antenati.

Tra le voci italiane Mara Maionchi per la bisnonna Coco, Valentina Lodovini (mamma di Miguel), Matilda De Angelis (Zia Victoria) e Michele Bravi che interpreta sui titoli di coda il brano Ricordami, versione italiana di 'Remember me', scritta dagli autori, premi Oscar per Let it go, Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez. ''Da produttore e discografico ho sempre visto ragazzi combattere per il loro sogno, come fa Miguel. Ha una determinazione fortissima, è un bambino pieno di intuizione e volontà'' spiega Mara Maionchi, che ha avuto a che fare anche con tanti genitori contrari al sogno dei figli ''soprattutto per paura. Mi ricordo una volta, mi chiamò un signore di nome Nannini che non voleva la figlia cantasse col suo cognome. Io gli ho risposto scherzando che l'unico modo era disconoscerla, povera Gianna'' .

Per Matilda De Angelis invece i genitori sono da sempre un forte sostegno: ''Io sono sempre stata un po' timida - racconta - e quando mi hanno preso per il primo film, Veloce come il vento, non avendo mai recitato prima, avevo paura, non volevo farlo, non mi sentivo pronta. Mi ha convinto mia mamma dicendomi 'se non lo fai ti ammazzo'... è una fortuna avere una famiglia sempre al mio fianco''. Michele Bravi ha pianto ''per la metà del film, perché racconta il sacrificio, il dover fare delle scelte e stabilire delle priorità, ma soprattutto la creatività, una magia che incastra tutto, che trasforma la passione in professione''. Coco '' è tra i film più realistici di Disney Pixar, per i discorso sulla celebrità, sul fascino del potere, il legame fra arte, sogni, ispirazione. Ha una sceneggiatura magnifica'' commenta Valentina Lodovini.

Per i realizzatori comunque non sono mancati i problemi: ''Quando all'inizio abbiamo provato a registrare fra i possibili titoli 'El dia de los muertos', è scoppiata una rivolta nella comunità latinoamericana - raccontano Unkrich e la produttrice Darla K. Anderson, come se volessimo appropriarci di una loro tradizione. Ci è dispiaciuto molto, eravamo abbastanza affranti, ma dopo l'effetto è stato positivo per il risultato finale, perché abbiamo ingaggiato un numero maggiore di esperti, per essere ancora più rispettosi di ogni aspetto di questa cultura''.

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