Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Cultura
  1. ANSA.it
  2. Cultura
  3. Cinema
  4. James Franco capopopolo nel segno di Steinbeck

James Franco capopopolo nel segno di Steinbeck

In sala il 7 settembre In dubious battle

Per il vulcanico James Franco, attore, autore e regista, di cinema, teatro e tv, pittore, scrittore e docente universitario, una delle gioie come cineasta nel suo altalenante percorso dietro la macchina da presa è portare sul grande schermo alcuni capolavori dei grandi romanzieri americani. Si è messo alla prova con Faulkner, McCarthy e l'anno scorso anche con Steinbeck firmando da regista e coprotagonista In Dubious Battle - Il coraggio degli ultimi, che arriva in sala in 60-80 copie dal 7 settembre con Ambi Media, a circa un anno dal debutto alla Mostra del Cinema di Venezia del 2016.

Il film (coprodotto dall'italiana Ambi Film), cronaca di un drammatico sciopero, negli anni della Grande Depressione in California, portato avanti da un gruppo di raccoglitori di mele, è l'adattamento del romanzo del 1936, arrivato in Italia nel 1940, tradotto da Montale, con il titolo La battaglia (edito da Bompiani). Nel cast, con Franco, Nat Wolff, Vincent D'Onofrio, Ed Harris, Sam Shepard (in una delle sue ultime interpretazioni), Robert Duvall, Selena Gomez, Josh Hutcherson, Ashley Greene, Analeigh Tipton, John Savage, Zach Braff e Bryan Cranston. Ed è proprio grazie agli interpreti che il film raggiunqe qualche momento di pathos.

Franco (che quest'anno sarà al Festival di Toronto come interprete e regista di due puntate per la serie sul mondo del porno anni '70, The Deuce) rilegge il testo di Steinbeck con una regia fin troppo discreta, prendendosi alcune licenze (fra queste la più rilevante è nel finale). "Da regista ho cominciato ad adattare molti dei libri che ho amato da studente - aveva spiegato Franco a Venezia -. Sento che è il percorso che mi appartiene come cineasta. Steinbeck (di cui l'attore e regista aveva già portato in palcoscenico Uomini e topi) è cresciuto come me in California, è andato in college a Stanford, vicino a casa mia. Sono cresciuto con i suoi libri, mi riconosco nella sua lingua e i suoi personaggi".

Nella storia si ritaglia il ruolo più complesso e contraddittorio, quello di Mac, attivista veterano del 'partito' (Steinbeck non precisa quale, forse il partito Comunista Americano o i Lavoratori Industriali del mondo), che insieme al novellino e idealista Jim (Wolff) si fa assumere tra i raccoglitori di mele di un campo californiano appartenente al possidente Chris Bolton (Duvall). Mac è deciso a portare con ogni mezzo allo sciopero i braccianti, sfruttati al limite dell'umano e costretti ad accettare una paga da fame. I due attivisti individuano in uno dei lavoratori con più esperienza, London (D'Onofrio), l'uomo giusto per guidare l'agitazione sindacale e lo convincono dopo aver aiutato la nuora dell'uomo, Lisa (Gomez), a partorire. I lavoratori iniziano pieni di entusiasmo lo sciopero, ma pian piano dubbi e i tradimenti, insieme alla reazione sempre più violenta di Bolton e dei suoi scagnozzi, portano il gruppo a un punto di rottura.

Alla fine del film, viene ricordato che grazie a oltre 2000 scioperi, ai quali parteciparono in quegli anni in totale più di un milione e mezzo di lavoratori, si arrivò nel 1935 al "Wagner act" con cui fu garantito, fra gli altri, il diritto ai lavoratori di sindacalizzarsi, e nel 1938 al "Fair labour standards act" firmato da Roosevelt con cui si istituirono il salario minimo, gli straordinari e furono fissate in 40 le ore di lavoro settimanali. Franco trova paralleli anche con il mondo in cui viviamo: "Oggi nei nostri leader in generale c'è una mancanza di interesse verso le classi lavoratrici. Finché sarà una minoranza a gestire la gran parte della ricchezza gli scontri sociali saranno inevitabili".

      RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

      Video ANSA



      Modifica consenso Cookie