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Esposito star di Netflix, io vegano prima di Okja

Parla l'attore italo-americano di 'Breaking Bad'

Forse per molti il nome Giancarlo Esposito potrebbe dire poco, per altri invece è un mito assoluto tanto da essere uno degli attori più pagati nel 2017. Si potrebbe chiamare questo 'effetto Netflix', perché l'attore- regista, a Roma per presentare 'Okja' il film di Bong Joon già passato a Cannes non senza polemiche per la mancata uscita in sala, per molti è soprattutto Gus lo spietato signore della droga di 'Breaking Bad' e protagonista poi dello spin-off 'Better Call Saul'. Due delle serie targate Netflix più gettonate (grazie anche a una rete di 93 milioni di abbonati in 190 paesi), ma che offre ovviamente i suoi contenuti solo agli abbonati.

Giancarlo Esposito, cinquantanove anni, padre napoletano e madre cantante lirica afro-americana, in 'Okja' (disponibile su streaming dal 28 giugno) fa sempre un cattivo, esattamente Frank Dawson assistente della supercattiva imprenditrice Nancy Mirando (Tilda Swinton), alle prese con il progetto di un tenerissimo supermaiale destinato però a diventare salsicce, un film che a Cannes ha convertito al vegetarianesimo chiunque l'abbia visto, ma per lui questo non è un problema:''sono vegetariano da oltre dieci anni e da due anni vegano''. Certo, aggiunge, ''Ogni volta che vengo in Italia e difficile restare vegani, perché qui la carne è buonissima, ma sono diventato vegano perché non mi fido del cibo americano che è pieno di componenti chimiche di cui sento purtroppo l'effetto sul mio corpo. Il fatto è che negli Stati Uniti mettono componenti chimici quasi per vedere fino a quanto possono resistere negli scaffali''. In 'Okja' il mio personaggio ''è quello di Dawson, un uomo che lavora per la Miranda corporation guidata da Nancy (Swinton). Io rappresento il cattivo che sta dietro le quinte. Questa corporazione si occupa infatti di ingegneria del cibo e sta cercando di risolvere, senza troppi scrupoli, il problema della fame nel mondo. Ma dentro il film ci sono anche la bellissima storia d'amore tra Misha (Ahn Seo Hyun) e il porcellino e l'importanza nella nostra vit delle relazioni umane umani. C'è poi il grande spettacolo della vita in cui manipoliamo e veniamo manipolati in molti modi per guadagnare successo, soldi e felicità''.

Per quanto riguarda i due film Netflix in concorso a Cannes (Okja e Meyerowitz Stories) che hanno diviso la giuria grazie anche alla forte ostilità del presidente Almodovar, dice:"Ho un grosso rispetto per Netflix perché fa un ottimo prodotto, perché va dritto al consumatore. Il pubblico poi è libero di vedere quello che vuole e quando vuole. Siamo in un mondo moderno e io certo, da regista, vorrei che il pubblico guardasse i miei film su un grande schermo al cinema, ma capisco anche il vantaggio da parte di tutti di vedere un film quando vogliono, e tutte le volte che vogliono. Questa è una cosa meravigliosa. Credo in questo senso - aggiunge Esposito - che Netflix sia stata visionaria quando ha concettualizzato e progettato questa piattaforma. Il problema è ora come bilanciamo tutto questo con la sala. Credo che il cinema esisterà sempre perché il cinema è un luogo dove le persone vanno e guardano il film e condividono esperienze. Quindi credo sia meglio avere più opzioni. Capisco Almodovar, che è un grande regista - conclude -, e capisco anche tutti coloro che vogliono mantenere le radici del cinema in sala, ma non c'è da preoccuparsi, perché continueremo ad andare al cinema anche se c'è Netflix''.

Nel futuro di Esposito un film da regista, 'This is your death', uno sguardo scomodo sulla reality tv:''È un film che parla della realtà della televisione ed uscirà a settembre. Spero al pubblico piaccia, oltre che parlare della nostra dipendenza dalla tv si parla anche della dipendenza al computer e al telefono cellulare''.

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