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Assalto al cielo, derive e utopie degli anni '70

In sala documentario di Munzi fa emergere energia da archivi

Dal 1977, anno cruciale in Italia per la contestazione sociale - dai cortei con la P38 agli scontri di piazza, dall'attacco al comizio di Lama agli indiani metropolitani, l'Autonomia Operaia, Lotta Continua, le occupazioni nelle fabbriche e tanto altro - sono trascorsi 40 anni. Tra le 'celebrazioni', i convegni, i ricordi che di quell'anno e del decennio intorno si stanno svolgendo in tutta Italia c'è Assalto al cielo, un film documentario, tutto fatto con gli archivi del Luce e di Rai Teche, realizzato da Francesco Munzi, il regista romano di Anime Nere. Arriva in sala il 6 aprile distribuito da Istituto Luce e racconta il periodo dal 1967 al 1977 scegliendo un percorso preciso tra i tanti possibili per descrivere la parabola di quei giovani che animarono le lotte extraparlamentari con derive e utopie tese all'idea rivoluzionaria dell'"Assalto al Cielo".

Munzi, che è nato nel 1969, l'anno di Piazza Fontana, all'ANSA ha raccontato: "Ho scelto un racconto emozionale di quegli anni mostrandone la nascita, la vitalità nel bene e nel male e la sua decadenza, la parabola insomma di un movimento che poi si è, in un certo senso, corrotto e autodistrutto con la lotta armata e ho dovuto ovviamente scegliere dandomi delle regole, la prima delle quali riguardava le persone note: volutamente tagliate le immagini del film che le mostravano, i vari leader dell'epoca". Non gioca sulla completezza storica ma piuttosto su un flusso di immagini che scorre, "immagini che già contengono lo sguardo di chi filmava, evitando le parole dei protagonisti che da anni si sentono gli unici titolati a raccontare quegli anni". Lavorando con gli archivi con Nathalie Giacobino e il montatore Giuseppe Trepiccione, Munzi si è ritrovato con un materiale per certi versi sorprendente rispetto all'immaginario rimasto oggi di quell'epoca, definita non a caso 'anni di piombo'.

"Sono rimasto sorpreso dalla partecipazione, da uno slancio vitale che poi si è perduto e che forse solo al G8 di Genova ha avuto un breve risveglio". In questo senso si può parlare di 'nostalgia', "per la partecipazione che c'era, per la voglia di lottare per le conquiste sociali, per l'ansia di libertà, per lo slancio oggi soffocato. Il terrorismo ha offuscato il ricordo di tutta questa parte di quell'epoca, consegnando alla storia solo il plumbeo di quegli anni: Assalto al cielo vuole far vedere il sogno di cambiamento da un'altra angolazione". Tra le immagini che Munzi ha cercato il più possibile meno note, spicca un'intervista conservata nelle teche Rai ai genitori di Walter Alasia, il terrorista rosso cui le Br intestarono la famosa 'colonna' milanese con un centinaio di appartenenti. Commovente ma anche simbolica del clima di quegli anni e del contesto delle fabbriche - Alasia, come i suoi genitori operai della Pirelli, era di Sesto San Giovanni, dove fu ucciso in un conflitto a fuoco nel '76 - è una delle 'chicche' ritrovate. Tra gli altri archivi utilizzati per il film quelli dell'Associazione Alberto Grifi, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e Cineteca di Bologna.

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