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Cortinametraggio, i premi

Cortinametraggio, i premi

Vince Buffet di de Santis-d'Ambrosi, fotografia di Ciprì

CORTINA D'AMPEZZO, 27 marzo 2017, 09:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Con un sorprendente e 'gustoso' mix di grottesco ed action movie il corto Buffet di Santa de Santis e Alessandro d'Ambrosi si è aggiudicato la vittoria a Cortinametraggio, il Festival del cinema breve diretto da Maddalena Mayneri che ha chiuso la XII edizione superando le 6000 presenze dello scorso anno tra ospiti, giornalisti e pubblico. Il film, la cui fotografia è curata da Daniele Ciprì, ha vinto un assegno di 1500 euro e la distribuzione in 450 sale d'essai italiane, convincendo la giuria della sezione Corti Comedy del Festival formata tra gli altri dagli attori Alessandro Preziosi e Lillo. A La notte del professore di Gian Battista Origo è andato il premio miglior regia e quello per miglior attore grazie all'interpretazione di Riccardo De Filippis. Premio miglior attrice invece a Vanessa Scalera per Pazzo e Bella di Marcello Di Noto.

  Hanno fatto ridere e sognare il pubblico divenendo icone, ma in modo diverso, di una stagione, quella del cinema degli anni '70, il cui valore non è stato mai pienamente riconosciuto, nonostante l'enorme successo: Eleonora Giorgi e Lino Banfi, protagonisti della chiusura della XII edizione del Festival Cortinametraggio, sono stati premiati dal Sindacato Nazionale dei Giornalisti Cinematografici Italiani con un riconoscimento alla carriera. Una serata 'amarcord' dal titolo 70 nei 70 - il riferimento è anche al settantesimo compleanno del sindacato - nel corso della quale i due attori sul palco del cinema Eden di Cortina sono stati accolti dagli applausi e dall'affetto del pubblico. "Il cinema mi è capitato per caso, non ho fatto provini, non volevo fare l'attrice. A volte mi chiedo come sarebbe andata se avessi fatto altre scelte", ha detto Eleonora Giorgi a Laura Delli Colli, mentre sullo schermo scorrevano le foto dei film, "ma poi penso a quanto sono stata fortunata: essere amata ancora oggi da milioni di sconosciuti, magari forse anche senza meritarlo fino in fondo, è un premio alla vita, altro che alla carriera". Tanti i ricordi emersi, dal cinema di genere (l'esordio con Storia di una monaca di clausura) a quello firmato da Montaldo (L'agnese va a morire) e Lattuada (Cuore di cane), dall'esperienza hollywoodiana con la storia d'amore avuta con Warren Beatty e l'amicizia con Jack Nicholson, fino a Carlo Verdone e all'amatissimo Borotalco, "nel quale il ruolo interpretato da Carlo ha una grandissima tenerezza, perché c'è tanto delle nostre insicurezze quotidiane in quel personaggio". Salutato da una piccola ovazione Lino Banfi, pronto a raccontarsi e a regalare più di una battuta in dialetto pugliese. "Sono felice di tutto quello che mi è accaduto. Sono amato da tre generazioni, ho fatto oltre 100 film e adesso tanti di quelli si possono guardare anche sui telefonini", ha detto aggiungendo che "nella mia carriera non ho mai litigato con nessuno, tutti si sono trovati bene con me". "Solo negli anni '70 ho fatto oltre 50 film, grazie ai quali il cinema italiano, allora in crisi, riuscì a rimanere in vita", ha proseguito, "all'epoca le sceneggiature erano brevi e c'era spazio per improvvisare. Molti chiamavano scollacciati e sporcaccioni quei film, eppure vi assicuro che quelle bellissime attrici, dalla Fenech alla Bouchet, si facevano 6 o 7 docce al giorno". Tra un aneddoto e l'altro, anche uno dei ricordi più belli, quello legato a Nino Manfredi che disse a suo fratello Dante, riferendosi a Banfi, "se semo fatti un altro fratello". Solo un piccolo spazio per l'amarezza: "Dopo gli 80 anni si può dire tutto: perché i Vanzina sono contenti che io abbia lavorato con il loro padre Steno, mentre il figlio di Dino Risi non lo è?", si è chiesto, "avevamo un rapporto bellissimo, abbiamo girato insieme Il Commissario Lo Gatto. Ma suo figlio è come se si vergognasse".
 
   

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