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La meravigliosa storia di Dawson City

La meravigliosa storia di Dawson City

Arriva in sala il film-documento di Bill Morrison

ROMA, 17 marzo 2017, 20:37

Giorgio Gosetti

ANSACheck

500 film muti ritrovati tra i ghiacci - da luned in sala 'Dawson City - Il tempo tra i ghiacci ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

500 film muti ritrovati tra i ghiacci - da luned in sala  'Dawson City - Il tempo tra i ghiacci ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
500 film muti ritrovati tra i ghiacci - da luned in sala 'Dawson City - Il tempo tra i ghiacci ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il nome di Dawson City parla ad almeno quattro generazioni di americani. All'inizio del secolo scorso bastava evocarne il nome per sentire il profumo della Corsa all'Oro, della mitica generazione dei cercatori di metalli preziosi tra lo Yukon ed il Klondike. Quando il paesino canadese ai confini dell'Alaska perse lo status di capitale della Corsa all'Oro e da fiorente e tumultuosa cittadina abitata da oltre 30.000 persone divenne una città fantasma, a quella memoria restò legata la storia di molte famiglie facoltose del capitalismo americano, prima fra tutte quelle dell'attuale presidente, la famiglia Trump. Una storia immortalata tra l'altro da Charlie Chaplin nel suo capolavoro "La febbre dell'oro" (1925).

Venne poi la generazione della fantasia e il nome di Dawson City restò familiare ai lettori degli albi di Topolino, giacché il disegnatore Don Rosa pose qui l'origine della fortuna di Paperon De' Paperoni. Adesso invece tocca al cinema prendersi il primato grazie allo straordinario film-documento di Bill Morrison "Dawson City - Il tempo tra i ghiacci" che ha avuto la sua anteprima alla scorsa Mostra di Venezia e arriva finalmente nelle sale italiane grazie alla Cineteca di Bologna, con un tour del suo autore che lo porterà tra il 20 e il 23 marzo prima a Milano (Cinema Mexico), poi a Bologna (Cinema Lumière), quindi a Roma (Quattro Fontane) e infine a Firenze (Odeon). La storia raccontata da Morrison in un formidabile connubio di immagini d'epoca, rari e inediti materiali d'archivio con musiche originali di Alex Sommers (tradizionale compagno d'avventure dei Sigùr Ros) non è però semplice reinvenzione poetica, ma svela una pagina sconosciuta e affascinante delle origini del cinema. P

rende spunto infatti dalle ricerche condotte dallo stesso Morrison che lo hanno portato a scoprire nella Dawson City di oggi (un borgo turistico di 2000 abitanti) un giacimento prezioso quanto gli antichi filoni auriferi. Sotto la calotta di ghiaccio che sta alla base della cittadina (un blocco gelato noto come Premafrost), il regista ha ritrovato, perfettamente conservati grazie alla bassa temperatura, oltre 500 bobine di antichi film muti d'inizio '900: storie d'avventura, comiche finali, melodrammi e cronache che risalgono proprio ai tempi della corsa all'oro e che per gli abitanti di allora costituivano l'unico svago alternativo al whisky dei saloon e alle donnine dei postriboli. I cercatori d'oro andavano infatti al cinema e molto gradivano quel passatempo, tanto da convincere mercanti e produttori a inviare i loro "reels" fin nel lontano Yukon. Ma la distanza di Dawson City dai maggiori centri abitati di Canada e Stati Uniti sconsigliava di far fare alle pellicole il viaggio di ritorno, sicché quelle bobine (oggi preziose) finivano accatastate nei retrobottega e poi seppellite nel ghiaccio, sotto le case.

Di quei film si è spesso persa la memoria, tanto che il ritrovamento odierno costituisce una fonte preziosa per i ricercatori e gli storici del cinema. Ma "Dawson City - Il tempo tra i ghiacci" non è solo una rarità per cinefili: è piuttosto uno straordinario film d'avventura, una partitura poetica e un documento sociologico sulle radici del capitalismo americano. Interamente muto (solo concise didascalie accompagnano il montaggio dei materiali originali), scandito dalla musica coinvolgente o minimalista di Alex Sommers (il musicista tra l'altro di "Captain Fantastic"), si gode come un viaggio affascinante nel passato e in una stagione fondativa della cultura americana del '900.

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