Un film "che celebra il dialogo e la
pace" in un momento "terribile della nostra storia, nel quale
vengono elette persone che agiscono in una maniera molto
stupida, dalla Gran Bretagna agli Usa. E' sbagliato, dovremmo
reagire, dire che non vogliamo essere governati da razzisti,
xenofobi e fascisti". Questo, dice all'ANSA il regista nord
irlandese Nick Hamm, il senso di Il viaggio (The Journey), con
Timothy Spall, Colm Meaney e John Hurt, che dopo il debutto alla
Mostra di Venezia esce il 30/3 con Officine Ubu.
La vicenda si svolge durante i colloqui di St. Andrews, in
Scozia, del 2006, che puntavano alla pace definitiva fra
unionisti protestanti e repubblicani cattolici dell'Irlanda del
Nord. Hamm, partendo da un fatto vero, il ritorno insieme in
aereo dei leader delle due fazioni, il protestante unionista Ian
Paisley (Spall) e il repubblicano dello Sinn Fein, ex comandante
dell'Ira Martin McGuinness (Meaney), immagina che prima di quel
volo i due abbiano fatto un viaggio in auto vincendo l'ostilità.
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