Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

L'arte di far ridere secondo Steno

L'arte di far ridere secondo Steno

Per centenario nascita grande Mostra dal 12/4 a Gnam di Roma

ROMA, 19 gennaio 2017, 10:02

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Una sorta di Zibaldone/opera pop ante litteram, il Diario futile, rimasto a lungo inedito, in cui il regista aveva incollato, negli anni della guerra, ritagli di giornale, vignette, appunti e foto dei collaboratori, ispirerà l'allestimento di 'Steno, l'arte di far ridere', grande mostra dedicata al cineasta, che sarà a Roma alla Galleria Nazionale d'arte Moderna dal 12 aprile a 5 giugno, in occasione del centenario della nascita del cineasta. Sarà un viaggio scandito da giornali (come i numeri del Marc'Aurelio, per cui Steno era stato vignettista), documenti, scene di film, lettere, cimeli, caroselli, cartelloni, foto, ricco di materiale inedito di famiglia, grazie ai figli Enrico e Carlo Vanzina, per esplorare la personalità di uno dei padri della commedia all'italiana.

''Sarà l'occasione per conoscere le due anime di nostro padre - spiega Carlo Vanzina -. Era un regista molto popolare amato dal pubblico che era però anche un fine intellettuale e un grande scrittore''. L'esposizione a cura di Marco Dionisi e Nevio De Pascalis (realizzatori anche della recente mostra su Scola) è prodotta da Show Eventi, in collaborazione con CityFest (Fondazione Cinema per Roma) e con il sostegno di Siae. Stefano Vanzina, in arte Steno (''era una contrazione nel nome nata quando lavorava al Marc'Aurelio, ma c'è anche chi dice si sia ispirato a una famosa scrittrice di romanzi d'appendice Flavia Steno... vanno bene tutte e due le versioni'' dice Carlo Vanzina) nato a Roma il 19 gennaio 1917 e morto il 13 marzo 1988, ha firmato film come Un giorno in pretura, Guardie e Ladri (con Monicelli), Un americano a Roma, Totò a colori, Mio figlio Nerone, La polizia ringrazia, Febbre da cavallo, diventando uno dei registi d'elezione di attori come Sordi e Totò.

''Mio nonno morì presto, e mia nonna la contessa Giulia Boggio, che era un po' sciagurata e giocava al casinò, viveva con papà di stenti. A un certo punto decise di affidarlo a una zia e lui iniziò a prendersi cura di se stesso giovanissimo. Prese la licenza liceale al Mamiani, si iscrisse a legge, ed inoltre frequentava il Centro Sperimentale, l'Accademia D'Arte e lavorava al Marc'Aurelio. A 19 anni era già sceneggiatore per Mattoli... altri tempi - racconta sorridendo Enrico Vanzina. - Andava a lavorare in giacca e cravatta, era un uomo con i piedi per terra, ci ha insegnato tanto: essere seri in questo lavoro, anche perché i successi passano e che l'unico vero interlocutore è il pubblico'', per il quale ''papà aveva una grandissimo rispetto'' aggiunge Carlo. Con questa mostra, che ha come sottotitolo 'C'era una volta l'Italia di Steno. E c'è ancora', ''celebriamo il cinema italiano che nasce prima della guerra, si sviluppa nel primo dopoguerra e diventa fortissimo negli anni '50, '60, '70, grazie a persone molto semplici, intelligenti e spiritose, che si chiamavano Steno, Mario Monicelli, Scola, Risi, Comencini''. Eventi come questo sono anche ''un incitamento a figli di altri grandi artisti, come Tognazzi, Risi, Gassman a non mollare i ricordi, che non vanno rottamati, ma studiati''.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza