Il fascino degli anni Cinquanta in un
villaggio nel cuore delle Dolomiti venete dove gli uomini
parlano poco e si lasciano andare solo dopo aver bevuto qualche
'ombreta de vin'. La pelle dell'orso, opera prima di Marco
Segato tratto dal libro omonimo di Matteo Righetto (Guanda) e in
sala dal 3 novembre con Parthenos, ci porta appunto dentro le
montagne dove vive la bestia, l'orso, il 'diaol', che rompe
l'equilibrio della piccola comunità di un villaggio. Qui vivono
Domenico (Leonardo Mason), ragazzino sveglio ma introverso, e il
padre Pietro (Marco Paolini), uomo chiuso in se stesso da
solitudine e vino, che per campare lavora nella cava di Crepaz.
''Volevo mettere a confronto questo padre, non socievole e
antico, e un orso per raccontare un mondo che sta per finire.
Con l'intento parò di fare un buon prodotto di intrattenimento,
partiti dalla passione comune per il western'' spiega Segato.
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