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Mine, un passo falso dentro la morte

Mine, un passo falso dentro la morte

Arriva in sala il thriller psicologico di Guaglione e Resinaro

ROMA, 29 settembre 2016, 10:04

Francesco Gallo

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Anche se nel film il tormentone è ''bisogna sempre andare avanti'', di fatto il protagonista di Mine, il marines Mike Stevens (Armie Hammer) quel passo sulla morte non lo vuole proprio fare. E ha ragione. Tornando al campo base, il soldato-sniper, dopo una missione nel deserto, ha poggiato il piede nel posto sbagliato; una mina antiuomo. Non può più muoversi, altrimenti salterà in aria. In attesa di soccorsi per due giorni e due notti, Mike dovrà ricordarsi tutto quello che ha imparato nei suoi corsi militari di sopravvivenza e cercare di evitare non solo i pericoli del deserto, ma anche peggio la terribile pressione psicologica che viene dal suo presente e dal suo passato. Il film, a firma di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, ha lo stesso produttore del claustrofobico Buried - Sepolto e arriva in sala dal 6 ottobre in circa 200 copie con Eagle Pictures.
Oltre al protagonista Armie Hammer (star di The Social Network e Operazione U.N.C.L.E) c'è anche il suo grande amore lasciato a casa Jenny (Annabelle Wallis, protagonista della serie I Tudor e dell'horror Annabelle), Tom Cullen e Clint Dyer.
I due registi al loro debutto sul grande schermo, dopo il successo di True Love venduto in oltre 70 paesi dicono: ''abbiamo pensato di andare nella direzione opposta a Buried dove c'era un uomo bloccato nella bara, mettendo il protagonista questa volta bloccato in uno spazio infinito desolato e ostile.
E' così che ci è venuto in mente l'idea di un soldato che ha messo un piede su una mina. Abbiamo subito capito che lo scenario avrebbe permesso la creazione di diverse situazioni interessanti, nonché è un vero e proprio one-man-show che avrebbe attirato un attore di richiamo''. E ancora i due registi sulla difficile realizzazione di questo film: ''Noi non pensiamo che si tratti di un semplice caso, come niente mai lo è. Cercare di crearsi un percorso facendosi strada tra le insidie del mercato cinematografico internazionale ci ha condotti in una situazione molto simile a quella del nostro protagonista, per cui ogni mossa può essere un passo falso.
Capire come proseguire può essere molto difficile e snervante, se ci si fa prendere da ansie paure. Per questo possiamo dire che Mine si tratta di un lavoro molto personale quasi autobiografico''.

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