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Le SS al Louvre, il rapporto tra arte e potere

Le SS al Louvre, il rapporto tra arte e potere

Francofonia di Sokurov indaga su tema con Isis ancora attuale

ROMA, 27 agosto 2015, 11:12

Alessandra Magliaro

ANSACheck

FRANCOFONIA di Alexander Sokurov - RIPRODUZIONE RISERVATA

FRANCOFONIA di Alexander Sokurov - RIPRODUZIONE RISERVATA
FRANCOFONIA di Alexander Sokurov - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il povero archeologo Khaled al Asaad trucidato a Palmira non è riuscito a salvare dalla furia iconoclasta del califfato lo strepitoso tempio dell'antica città patrimonio dell'Umanità, fatto saltare dopo la sua morte. Non meno eroico, ma forse più fortunato, durante la Seconda Guerra Mondiale il direttore del Louvre Jacques Jaujard riuscì a portare in salvo in pochi giorni, con l'aiuto di studenti e custodi, oltre 3500 dipinti e statue, tra cui la Gioconda e la Nike di Samotracia, gli immensi Delacroix e i Rubens, che imballati e caricati su duecento veicoli lasciarono il museo parigino per località nascoste e protette in una sorta di esilio in patria.
    L'eroe del Louvre Jaujard nel '43 s'incontrò con Wolff-Metternich, responsabile dei beni artistici nella Francia occupata durante la Seconda Guerra Mondiale (ma come molti nobili tedeschi mai affiliato al partito nazista) e insieme i due decisero le sorti dell'arte, riuscendo a nasconderla alla furia nazista.
    In quelle sale e in quegli anni ci riporta il regista russo Alexander Sokurov invitando con Francofonia, che è uno dei film più attesi del concorso di Venezia 72 (2-13 settembre) alla riflessione su un tema che è ancora di grande attualità, quello tra l'arte e il potere. L'appropriazione predatoria dei tesori di un paese occupato è un corollario di qualunque guerra, dall'antichità alla Seconda guerra mondiale passando per l'epoca della colonizzazione, la distruzione dei tesori artistici è un'affermazione di potere, un simbolo di onnipotenza per terrorizzare 'l'Occidente' con la scusa dell'iconoclastia e le immagini di Palmira come quelle poco meno recenti delle statue di Mosul e dei palazzi di Sanaa, non fanno che ricordarci quanto il legame tra arte e potere possa essere mortale.
    Sokurov, che aveva realizzato 12 anni fa Arca Russa, un documentario sull'Hermitage di San Pietroburgo, un unico piano sequenza realizzato tra i corridoi del museo, si è qui fatto aprire le porte del Louvre. Il museo stesso ha coprodotto il film dell'autore che con Faust vinse il Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia nel 2011.
    In Francofonia c'è il fatto storico dei giorni bui di Parigi ma anche una riflessione poetica sul significato del luogo museo come esempio di civiltà e di ciò che l'arte ci racconta su noi stessi, sul genere umano, pur nel corso di una guerra mondiale.
    Storia e finzione s'intrecciano sul valore dell'arte e sulla responsabilità di ciascuno nei confronti della sua sopravvivenza. E mentre Jaujard e il conte nazista discutono del destino dei tesori del Louvre, nelle sale del Museo appaiono Marianne, simbolo della Francia, e Napoleone che ammira perplesso le opere che lo celebrano.
    Ad interpretare i due protagonisti, Sokurov ha chiamato Louis Do de Lencquesaing (Madame Bovary di C. Chabrol), nel ruolo di Jacques Jaujard e l'attore teatrale tedesco Benjamin Utzerath nel ruolo del Conte Wolff-Metternich.
    Il film ha già una distribuzione italiana, la Academy Two.
   

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