Nonostante il mal di schiena che non gli ha permesso di raggiungere Taormina, il premio Oscar Gabriele Salvatores, via Skype, parla a tutto tondo e racconta come l'Italia sia stata lasciata sola dall'Europa per quanto riguarda l'immigrazione. E, sempre sul tema, dice che la solidarietà è arrivata più dai singoli che dalle istituzioni. Sono alcune cose che il regista ha detto stamane all'incontro stampa "virtuale", dopo la premiazione del suo documentario "Italy in a day" di cui annuncia il sequel. "Mi piacerebbe ci fosse un seguito di Italy in a Day e stiamo lavorando a questa idea: trovare il modo in cui le persone s'immaginano l'Italia di domani ma anche il loro semplice domani" dice il regista. "Mi viene in mente una famosa canzone di Lucio Dalla, quella che comincia con 'Caro amico ti scrivo' e che ci parla del sentimento di un nuovo anno che arriverà nonostante tutto. Spero riusciremo a realizzare un Italy in a Day 2". Sul nostro Paese invece dice: "È come un 'Italy in a Trap', un'Italia in trappola. Questo momento di crisi - spiega - è un'opportunità, ma l'Italia, va detto, che per quanto riguarda gli immigrati è stata lasciata sola dall'Europa.
Per fortuna c'è un'altra Italia, quella che ha visto i privati soccorrere a Ventimiglia e a Milano i clandestini. Fare insomma qualcosa che non avevano fatto le istituzioni". Un politico, aggiunge poi il premio Oscar: "Dovrebbe essere d'aiuto come un sacerdote". Sull'Italia raccontata da lui in "Italy in a day", una raccolta di video mandati da ogni parte del nostro Paese da persone qualsiasi e assemblati da lui, dice: "Siamo un po' come il servo di due padroni, come l'Arlecchino di Goldoni, l'Italia per troppo tempo si è arrangiata e barcamenata tra troppe chiese. Non abbiamo un'idea di popolo - aggiunge - e il nostro senso di appartenenza è latitante. L'Italia si è sempre arrangiata e barcamenata, affrontando i problemi giorno per giorno. E questo anche perché siamo al centro del Mediterraneo, e abbiamo ereditato culture diverse come quella Araba e Greca".
Salvatores confessa poi che è un avvocato mancato nonostante la volontà del padre: "Mi sarei identificato in Jack Nicholson di Easy Rider per farvi capire cosa sarei diventato come legale". Allo psicanalista, confessa Salvatores: "Ho detto che quando faccio il mio lavoro mi sento come un Dio, ma lui ha giustamente replicato 'lei può illudersi di essere Dio ma nella vita reale in realtà siamo tutti solo attori". E aggiunge Salvatores: "Ognuno è Dio. È un sentimento giusto credersi Dio ma Papa Francesco resta per me l'ultimo vero democratico
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