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Garrone, un fantasy 'incosciente'

400 copie da 14 maggio per kolossal 'Il racconto dei racconti'

'Il racconto dei racconti' nasce con l'ambizione di essere "un film per il pubblico prima che per i festival. Mi auguro che emozionera', che restera' dentro. Io ho deciso di farlo in un momento in cui volevo mettermi nei guai: un fantasy in Italia, una scelta masochistica e un po' incosciente". Cosi' Matteo Garrone, applaudito alla conferenza stampa, presenta il kolossal internazionale, ispirato a Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, "un autore che ho sentito subito familiare, un genio assoluto che ha ispirato i Grimm, Anderson, uno scrittore che dal '600 sembra parlarci ancora".

Il film sara' in concorso al festival di Cannes il 14 maggio, il giorno stesso dell'uscita in sala in Italia in 400 copie da 01. Con lui in corsa per la Palma d'oro anche Sorrentino e Moretti: "E' un motivo questo di grande orgoglio, un segnale bello, mi auguro - dice - che l'accoglienza sia buona per tutti e tre, cosi' diversi". Girato in Italia, in Sicilia e in Puglia, con un cast internazionale con tre protagonisti principali, Salma Hayek, Vincent Cassel, Toby Jones, John C. Reilly e con decine di altri attori e la partecipazione di Alba Rohrwacher e Massimo Ceccherini, e' una produzione internazionale da 12 milioni di euro, con Garrone produttore in prima persona con la sua Archimede e la partecipazione di francesi, inglesi, oltre a Rai Cinema, ministero per i Beni culturali, Apulia Film Commission. Garrone non nega la fascinazione per serie spettacolari come Il Trono di Spade e quel pubblico dichiaratamente spera di portare in sala. Ma dentro ci sono tanti altri rimandi, soprattutto artistici: "Mentre preparavo il film, lo studio era pieno dei disegni dei Capricci di Goya, grotteschi, macabri, ironici", spiega. E poi ci sono i preraffaelliti, i riferimenti cinematografici a Pasolini, all'Armata Brancaleone, a Pinocchio di Comencini, all'horror di Mario Bava, un vortice visivo in cui il regista di Gomorra e Reality, ossia quanto di piu' lontano possibile dal Signore degli anelli, spiazza e si mette decisamente in gioco. "E' un film rischioso, ne sono consapevole - dice - credo sia un proseguimento del mio percorso artistico: sono sempre partito dalla realta' per arrivare ad una dimensione fantastica, ora provo a fare il contrario partendo da racconti magici per portarli in una dimensione piu' concreta".

Dal Racconto di Basile ha scelto tre storie di donne. "Mi sentivo tranquillo nel restituire la ricchezza delle immagini del libro, ho una formazione pittorica e pensavo di farcela. Piu' complicato era il tema degli effetti speciali: volevamo che fossero artigianali e si vedessero e nello stesso tempo credibili per essere un fantasy". Ecco cosi' che Garrone per cavarsela ha fatto costruire (in Italia) il drago marino, la pulce gigante e le altre creature mostruose del film e le ha messe sul set come protagonisti evitando di sovrapporli in post produzione. "Certo i rischi sono molti, le difficolta' tecniche che si sono presentate sono state tante. Pensavo che mi sarei divertito nel fare un fantasy ma non e' stato cosi', spero che almeno si divertano gli spettatori. Per me che sono abituato a controllare la macchina sul set la complessita' di questa produzione e' stata una bella avventura". Realismo, fantastico e ricostruzione: su questi tre binari si muove Il Racconto dei racconti che offre per i temi tanti spunti, a cominciare dal desiderio, "che spesso e' la molla che muove i personaggi". Il desiderio della regina di avere figli, della vecchia di tornare giovane, della principessa di sposare l'amato. E poi c'e' la trasformazione dei corpi, "da sempre una mia ossessione" e Basile sorprende anche in questo "immaginando un lifting gia' nel '600" (un'anziana si fa incollare le pieghe della pelle per tirarla e sembrare una ragazza).

Per Il Racconto dei racconti Garrone ammette di aver stravolto le sue 'regole': "Non ho potuto girare in sequenza, un lusso che non mi sono potuto permettere con quegli attori cosi' e poi non ho girato con la macchina a mano, cosi' come non mi sono potuto permettere di tornare a rigirare dopo le riprese se qualcosa non mi aveva soddisfatto". Il film batte bandiera italo-francese, ma Garrone ha un rimpianto: "Nessuna banca italiana mi ha dato fiducia, la mia societa' era troppo piccola per un progetto cosi' grande e nonostante i partner del film, il cash per girare materialmente l'ho dovuto cercare all'estero, in Francia".

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