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Sundance, sbanca Me and Earl and the Dying Girl

Fra premiati anche western Slow West con Michael Fassbender

La dramedy più amata al Sundance Film Festival 2015, Me and Earl and the Dying Girl di Alfonso Gomez-Rejon, non ha smentito le voci della vigilia e ha conquistato i due premi più importanti della sezione principale US Dramatic (riservata ai film narrativi americani), il Gran premio della giuria e il premio del pubblico. Tra i film dal resto del mondo non c'è stata la stessa unanimità. Il gran premio della giuria è andato al western britannico Slow west di John Maclean con Michael Fassbender nei panni di un misterioso viaggiatore negli Stati Uniti di fine '800, che diventa 'guida' per un giovane aristocratico scozzese (Kodi Smit-McPhee).

Mentre il premio del pubblico se l'è aggiudicato l'indiano Umrika di Prashant Nair, sul viaggio negli Stati Uniti di un indiano proveniente da un piccolo villaggio alla ricerca del fratello. Per la regia, invece vincono Robert Eggers con la sua storia di caccia alle streghe, The Witch (Us Dramatic) e la lituana residente a Parigi Alanté Kavaïté con ,The Summer of Sangaile, su una diciassettenne che scopre la propria passione per l'acrobazia aerea (World Dramatic). Me and Earl and the Dying Girl ha da subito conquistato l'attenzione dei critici e delle grandi case di distribuzione, che se lo sono conteso in un'asta vinta dalla Fox Searchlight con un accordo multimilionario.

Ora la vittoria e un tale consenso potrebbero proiettarlo su un percorso simile all'osannato vincitore dell'anno scorso, Whiplash di Damien Chazelle (in uscita in Italia il 12 febbraio), che ha ottenuto cinque nomination agli Oscar 2015, tra cui quelle per il miglior film, la sceneggiatura e per l'attore non protagonista J.K Simmons, dato per favorito. Tornando ai premiati del Sundance, sotto i riflettori, come sempre anche i documentari: quello che ha creato maggiori polemiche, Going Clear: Scientology And The Prison Of Belief di Alex Gibney è passato fuori concorso, lasciando campo libero, tra le produzioni made in Usa, a altri film non fiction di grande impatto The Wolfpack di Crystal Moselle (Gran premio della giuria) sulla vera storia di sette teenager, i fratelli Angulo, cresciuti a Manhattan reclusi in casa dai genitori, e Meru di Jimmy Chi e E. Chai Vasarhelyi sull'avventura alpinistica tentata da tre scalatori sul monte Meru in India.

E' piaciuto molto anche The Stanford Prison Experiment di Kyle Patrick Alvarez cui sono andati il premio per la sceneggiatura Waldo Scott Screenwriting Award e l'Alfred P. Sloan Prize. Tra i documentari dal resto del mondo hanno vinto The Russian Woodpecker di Chad Gracia (Gran premio della giuria), su un artista che cerca di svelare alcuni segreti di Chernobyl e Dark Horse di Louise Osmond (premiod el pubblico), sulla nascita in Galles di una nuova razza di cavalli da corsa. Infine, tra le pellicole acquisite ai prezzi più alti dalle case di distribuzione ci sono The Diary of a Teenage Girl di Marielle Heller, diario di formazione (anche sessuale) di un'adolescente; Dope di Rick Famuyiwa, dramedy sulla post hip-hop generation; The D Train di Jarrad Paul e Andrew Mogel commedia su due curiosi amici-amanti con Jack Black e James Marsden; A Walk in the Woods di Ken Kwapis con Robert Redford e Nick Nolte; Mississippi Grind di Anna Boden e Ryan Fleck con Ryan Reynolds nei panni di un giocatore d'azzardo; Brooklyn di John Crowley, intensa storia d'amore con Saoirse Ronan e Domhnall Gleeson e Knock Knock di Eli Roth, sexy thriller con Keanu Reeves.

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