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Anita Ekberg, la foto esposta a Fontana Trevi

L'omaggio del Campidoglio, 'Ciao Anita'. Esce intervista 2010, Fellini? Un provinciale, un invidioso

Una gigantografia di Anita Ekberg seduta sul bordo della Fontana di Trevi e la scritta "Ciao Anita". Questo l'omaggio che il comune di Roma ha voluto rendere all'attrice svedese, morta due giorni in una clinica alle porte della Capitale. La foto campeggia al centro delle impalcature che rivestono la storica fontana nel cuore di Roma ed in molti, tra turisti e curiosi, ne approfittano per scattare un selfie. "Una foto meravigliosa e un messaggio semplice: Ciao Anita.

Abbiamo voluto salutare così, con un'immagine al centro della Fontana di Trevi, l'attrice Anita Ekberg scomparsa in questi giorni - ha detto l'assessore alla Cultura di Roma Capitale, Giovanna Marinelli -. L'Assessorato alla Cultura, la Sovrintendenza capitolina e la città intera rendono omaggio ad un'attrice icona e simbolo di Roma. I turisti che ogni giorno affollano il ponte panoramico di Fontana di Trevi potranno da stasera ammirare, ancora una volta, la bellezza travolgente di un'attrice che qui ha girato una scena indimenticabile del cinema italiano rendendo Roma, ancora di più, celebre in tutto il mondo. E' una foto, della Cineteca di Bologna-Reporters Associati, che ritrae la Ekberg seduta sulla Fontana in una pausa dalle riprese de 'La Dolce Vita'".

Anita: Fellini? Invidioso, non rispettava le donne, un provinciale 
Fellini "era un tipo molto esigente quando dirigeva, incline a improvvisi attacchi d'ira. Sul set era un padrone assoluto, d'altronde lui stesso lo diceva che fuori dal set si sentiva vuoto. Apparentemente gentile, in realtà un despota. In privato era un disastro". E' una confessione dura e senza censure quella rilasciata da Anita Ekberg, morta domenica scorsa a 83 anni, alla giornalista Emilia Costantini ormai 5 anni fa e pubblicata oggi sul Corriere della Sera. Era una lontana sera del 2010 e la diva aveva voglia di parlare a cuore aperto del suo glorioso passato e del suo rapporto con il grande regista, ma chiese di rendere pubbliche le roventi confidenze solo dopo la sua morte. "Federico - continua - era proprio così, ma anche in questo suo carattere impossibile risiedeva la sua grandezza, non era certo un tipo ordinario". "Non aveva rispetto delle donne, affamato di sesso chiedeva prestazioni particolari" dice ancora la Ekberg. Ma con la sua Musa non ebbe un bel rapporto? "In verità - precisa l'attrice - era stato attirato non tanto dalla mia anima, che avevo e che ho, ma dal mio seno. Gli devo certamente molto ma anche lui deve molto a me. Anzi, forse più lui a me che io a lui per la famosa scena nella fontana di Trevi. Fellini era uno che carpiva idee agli altri, persino all'ultimo dei macchinisti, e le faceva proprie, senza poi riconoscerne la paternità a chi di dovere". Secondo l'attrice Fellini era anche molto invidioso degli altri registi: "Parlava male di tutti, però davanti faceva loro i complimenti. Ricordo che aveva parole sprezzanti per Rossellini e Antonioni. Di Luchino Visconti una volta si lasciò sfuggire un giudizio irripetibile". La diva chiude ancora più duramente: "Quello che mi dava fastidio è che lui era falso, voleva apparire diverso da ciò che era, non era coerente. Era un uomo razionale irrazionale che dimostrava poi di essere assolutamente irrazionale. Tutti sanno che era fissato con maghi e veggenti, come una donnetta... diciamola tutta: era un provinciale".

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