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Il 'corpo-azienda' della prostituta Jana

Il 'corpo-azienda' della prostituta Jana

Al festival di Torino 'Qualcosa di noi' di Wilma Labate

TORINO, 25 novembre 2014, 19:29

Francesco Gallo

ANSACheck

Una foto di scena del film 'Qualcosa di noi ' di Wilma Labate - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una foto di scena del film  'Qualcosa di noi ' di Wilma Labate - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una foto di scena del film 'Qualcosa di noi ' di Wilma Labate - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'espressione 'corpo azienda' usata da Jana, la prostituta protagonista di Qualcosa di noi di Wilma Labate, passato al Torino Film Festival, si apre a tanti significati. Nel docufilm tutto si gioca sull'incontro-scontro tra un gruppo di ragazzi aspiranti scrittori con questa signora di 46 anni, che con disinvoltura, anche nell'uso dei congiuntivi, da 11 anni fa la prostituta.  esattamente da quando ha scoperto che, in tempo di crisi, in due giorni di lavoro guadagna quello che prima guadagnava in un mese. Il film, ambientato in un borgo sulle colline di Sasso Marconi in una casa un tempo teatro di incontri d'amore a pagamento, mette in campo appunto questi dodici giovani, pieni delle loro ispirazioni e velleità di scrittura e lavoro, e Jana donna 'di vita' solida e super-tatuata. Una persona colta, e per niente in imbarazzo, che si confronta con loro con la forza della conoscenza della vita, quella vera.

Una lotta per certi versi impari tra due mondi che mette in evidenza distanze generazionali e soprattutto di esperienza, ma anche problematiche comuni come quelle del lavoro. Si parla ovviamente di sesso, ma anche del fatto, come rivela uno dei ragazzi, che non c'è davvero troppa differenza tra fare un lavoro per pura sussistenza e prostituirsi. Camillo, uno dei ragazzi, a un certo punto dice che in fondo 'non esistono puttane' o che, al contrario, lo siamo un po' tutti. Tra le cose emerse in 'Qualcosa di noi' la grande carenza di sentimenti e affetti che c'è nella realtà di oggi. Molti clienti, ad esempio, durante l'amplesso dicono a Jana 'ti amo', e lei sente di dover rispondere 'anch'io'.

Prodotto da Simone Bachini per Bottega Finzioni, il film sarà distribuito in primavera da Istituto Luce-Cinecittà.

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