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Clive Owen,io medico cocainomane

Presentata la serie Sky 'The Knick', a febbraio seconda stagione

(ANSA) - ROMA - Sangue, cocaina, razzismo e la chirurgia nascente, quella appena uscita dai negozi di barbiere, una chirurgia piena di vittime. Questa l'attesa serie tv The Knick di Steven Soderbergh, di cui sono stati presentati i primi due episodi al Festival di Roma (sezione Gala) con protagonista Clive Owen, anche più cruenta e splatter di quanto si potesse immaginare, specie per le immagini sanguinolente delle operazioni a cielo aperto. Protagonista assoluto un Owen medico chirurgo che si definisce "cocainomane, geniale e razzista". A febbraio partirà la seconda serie, sempre diretta dal regista Oscar per Traffic. Insomma un medical drama, che andrà in esclusiva dall'11 novembre su Sky Atlantic, che non ha mancato di colpire tutti per la ricostruzione di una New York di inizio '900 straordinaria.

L'attore britannico Clive Owen veste i panni del chirurgo John Thackery, un cocainomane così devastato dal suo vizio che si inietta la droga nei piedi, ma anche un uomo geniale, trasgressivo e intollerante. Ci troviamo all'ospedale Knickrbocker, capitanato proprio da Thackery, una sorta di pioniere di nuove tecniche (il suo personaggio è ispirato al vero celebre chirurgo William Halstead. Nel team del medico, che si divide tra bordelli e fumerie di oppio, anche il giovane Dr. Bertie Chickering Jr (Michael Angarano), il suo pupillo Dr. Everett Gallinger (Eric Johnson), la bella infermiera Lucy Elkins (Eve Hewson). Mentre, sul fronte del male, troviamo l'autista d'ambulanza Tom Cleary (Chris Sullivan) disposto a tutto, anche a vendere cadaveri, pur di fare soldi, e il corrotto amministratore di ospedale Herman Barrow (Jeremy Bobb). In questo mondo pieno di corruzione e velleità scientifiche arriva poi a complicare le cose un collega di colore, il Dr. Edwars, che si trova contro non solo John Tracker, ma anche gli stessi pazienti per nulla disposti a farsi toccare e tantomeno curare da uno di colore.

"Da una parte il mio personaggio è un genio, un arrogante, un cocainomane, un razzista - dice Clive Owen oggi a Roma -, anche se va detto che a quell'epoca non c'era neanche un medico di colore a New York. Insomma non interpreto certo un tipo simpatico a prima vista". La sceneggiatura "che mi aveva mandato Soderbergh era così bella che l'avrei fatta comunque, al cinema come in tv, in qualsiasi formato". I medici antipatici, tossici e geniali spesso protagonisti di serie tv (basti pensare al Dr House), "funzionano, sono appetibili, perché in queste serie la posta in gioco è alta si tratta di vita e di morte. Nel caso del mio personaggio è uno che si assume dei rischi, uno che sperimenta nuovi metodi, uno che non si ferma davanti a nulla". Sulla rinascita della tv di serie A dice Owen: "In questo momento ci sono ottimi registi per la tv. E poi con questo mezzo hai più tempo per approfondire i tuoi personaggi, puoi assumere anche più rischi che al cinema".

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