"Mi sono immerso in questo
interrogativo: l'amore, anzi il desiderio, quello folle,
carnale, possono resistere a tutto? Il romanzo di Zweig dice di
no, è pessimista. Io ho voluto dare una speranza". Nel suo
studio invaso dal sole, all'ultimo piano di un palazzo di
Montparnasse, Patrice Leconte ripensa alla non trascurabile
"infedeltà" del suo "La Promessa" - da domani in 50 sale
italiane con Officine Ubu e Mountflour - rispetto al romanzo
ispiratore, "Viaggio nel passato" di Stefan Zweig.
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