ANSA) - VENEZIA, 29 AGO - Un poligono di tiro, tane attrezzate per le fantasie sessuali, compresa quella di una prostituta ex cassiera e di una sadomasochista che nella vita di tutti i giorni aiuta le donne vittime di violenza; nursery per bambolotti di neonati, la 'cuccia' per un enorme pitone, stanze zeppe di teste impagliate di animali della savana, o di memorabilia nazista, con tanto di grande quadro di Hitler dono di nozze degli amici. Sono solo alcune delle scoperte fatte nel viaggio ironico e inquietante negli scantinati degli austriaci compiuto da Ulrich Seidl nel docufilm Im keller (In the basement), presentato fuori concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Il cineasta, abituato a raccontare perversioni e desideri segreti, vincitore a Venezia di due Premi speciali della Giuria, nel 2001 per Canicola e nel 2012 per Paradise: faith, ha avuto l'idea per il documentario dopo aver notato "la passione degli austriaci per i propri scantinati. Per loro sono luoghi dove rilassarsi e coltivare le proprie passioni. Ma uno scantinato può essere anche un simbolo dell'inconscio, del sotterraneo, dell'abisso, del non rispetto''.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA