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Il borsino dei film di Cannes

↑ WINTER SLEEP di Yuri Bilge Ceylan Il film del regista turco è al primo posto sui daily di Cannes (Screen e Le Film Francais). Ha dalla sua un gruppo attoriale da Palma d'oro e il fatto di essere un dramma di parola, tra Bergman e Shakespeare, dove si condensano le passioni umane più forti. Contro la durata: 3.15.

↑ TIMBUKTU di Abderrahmane Sissako Elogiato dai critici francesi, meno da quelli internazionali questo dramma resta un film pienamente in corsa per i premi maggiori. Ambientato nella città di origine Tuareg, il film mette in mostra, danni e paradossi di un gruppi integralisti che hanno imposto quasi una loro personale Sharia.

↔ MR. TURNER di Mike Leigh - Un film che divide. Al secondo posto per Screen non piace invece ai francesi di Le Film Francais. A favore: una ricostruzione storica da manuale della vita del burbero e sanguigno pittore romantico inglese William Turner e l'interpretazione di Timothy Spall. Contro la vita stessa di questo artista non certo troppo avventurosa e accattivante.

↔ THE CAPTIVE di Atom Egoyan - Neppure questa volta il regista canadese è piaciuto più di tanto ai critici internazionali. Il suo thriller, a sfondo pornopedofilo, non manca certo di ritmo e di un tema forte, ma può puntare più al successo in sala che a un festival come Cannes. Contro ha poi una trama che si muove su più piani temporali non facile da seguire.

↓ SAINT LAURENT di Bertrand Bonello - Il secondo film dedicato a Yves Saint Laurent divide i critici francesi ed è a dir poco sbeffeggiato da quelli internazionali di Screen che lo collocano in coda ai sei film già giudicati. Questa seconda biografia sullo stilista dopo quella di Jalil Lespert, nonostante abbia il fascino del 'non autorizzato' e si ammanti d'odore di zolfo, non ha convinto più di tanto. Pregi: la ricostruzione e, manco a dirlo, i costumi.

RELATOS SALVAJES di Damian Szifron - Come tutte le commedie, che nei festival vengono viste con sospetto, questo lungometraggio argentino in sei episodi resta, sia per i critici internazionali che per Le film Francais, nella zona di mezzo in quanto a voti. Insomma in un limbo. Questa rivisitazione in chiave violenta e noir prodotta dai fratelli Almodovar, che ricorda un po' I soliti mostri, è però piena di pregi e trovate con il dono della brevità.

↔ LE MERAVIGLIE di Alba Rohrwacher - Per l'unico film italiano in corsa un piccolo caso. I critici di Les Film Francais lo hanno stroncato dandogli il voto minimo (una stella sulle quattro disponibili), tranne inRockuptibiles che gliene attribuisce due. Diverso parere sul fronte internazionale di Screen che gli da una valutazione medio alta (alla pari di Timbuktu e The Homesman).

↔ THE HOMESMAN di Tommy Lee Jones - Il film atipico, un pre-western ambientato nel 1855 con al centro la follia delle donne vittoriane e la redenzione dello stesso Lee Jones nei panni di un cowboy, si colloca in posizione medio-alta su Screen e va leggermente peggio per i critici francesi. Contro il film, una certa lentezza. A favore, la bellezza delle location e la ricostruzione storica (tra cui un gruppo di pellirosse da archivio storico).

↑ FOXCATCHER di Bennet Miller - Il film, tra wrestler, omicidio e declino America, che racconta la storia vera dell'assassinio del lottatore campione olimpico David Schultz (Mark Ruffalo), avvenuta nel 1996 per mano del magnate John du Pont (Steve Carrel) si colloca in una fascia medio-alta nei giudizi di Screen e, invece, in zona medaglie per francesi. Da Palma l'interpretazione di Carrel.

↔ MAPS TO THE STARS di David Cronenberg - Sicuramente uno dei film più attesi di questa edizione di Cannes, ovvero il film del regista canadese delude i critici francesi e non convince neppure troppo quelli internazionali. La dura visione di una realtà sempre più confusa con la fiction, con il glamour, forse è sembrata eccessivamente barocca. Ma attenti all'interpretazione da Palma di Julianne Moore.

↔ DUE GIORNI, UNA NOTTE di Luc e Jean-Pierre Dardenne - I francesi lo esaltano. Per loro la Palma d'oro è già loro. Di diverso parere i critici internazionali di Screen che lo collocano in una fascia media. A favore del film il tema trasversale della crisi e del lavoro. Contro il fatto che sullo stesso argomento Ken Loach ha detto tutto prima e forse meglio.

↓ STILL THE WATER di Naomi Kawase - Il film della regista giapponese che racconta le vicende della vita umana confrontandole con la forza sacra della natura non ha convinto più di tanto la stampa internazionale. A favore del film la bellezza delle immagini. Contro il fatto che sembra di vedere un film di Terrence Malick senza la voce fuori campo. 

↔ THE SEARCH di Michel Hazanavicius - In controtendenza i critici francesi stroncano il regista premio Oscar con The Artist e lo mettono in coda in una ideale classifica per il Palmares. Non che il film dedicato alla barbarie della guerra russo-cecena si possa dire perfetto, ma forse non merita neppure tanto accanimento. A favore del film la crudezza delle scene di guerra e l'iniziazione alla stessa di un soldato. Contro il personaggio interpretato da Berenice Bejo, moglie del regista, troppo fatina buona nei panni di Carole della Commissione Diritti Umani della UE, che accoglie bambino che ha perso i genitori.

↔ ADIEU AU LANGAGE di Jean Luc-Godard - Il delirio sincopato di immagini e parole del maestro della nuovelle vague divide, come è normale, i critici. Chi gli dà una palma e chi lo stronca. A favore del film l'uso rivoluzionario del 3d da parte di un 84enne, contro la difficoltà di entrare in un mondo fatto di citazioni, riferimenti letterari in un film che fondamentalmente è per il non racconto.

↔ JIMMY'S HALL di Ken Loach - Per gli appassionati di Loach non c'è un suo film se non superlativo. Per chi ha visto con meno tifoseria questo suo ultimo lavoro, dedicato alla figura di Jimmy Gralton che nel 1932 pagò per l'aver portato la cultura americana, il pugilato e l'ideologia nella contea di Leitrum, il giudizio (è il caso dei critici francesi) si colloca in una via di mezzo.

↑ MOMMY di Xavier Dolan - Che Dolan, il più giovane regista in concorso con i suoi 24 anni, fosse un vero talento lo si sapeva, ma con questo film che racconta il rapporto di una madre iperprotettiva e un figlio più che problematico ha conquistato pubblico e critica e ora tutti lo danno in corsa per la Palma o per un premio alla protagonista Anne Dorval.

↑ LEVIATHAN di Andrey Zvyagintsev - Un grande film del regista de Il ritorno che tocca tutta la gamma dei generi. Una famiglia normale alle prese con il male della speculazione e della corruzione in una atmosfera che rende il tutto una vicenda dal sapore biblico. Un film che potrebbe aspettarsi sicuramente un premio importante.

↔ SILS MARIA di Olivier Assayas - Un film classico, che non può che ricordare Eva contro Eva, con una Juliette Binoche da Palma che si ritrova a fare, venti anni, dopo il ruolo di Helena plagiato e costretta alla resa dalla fascinosa Sigrid. Ovvero il suo ruolo quando non aveva gli anni contro. Possibilità per la Binoche mentre il film non sembra averne troppe.

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