Dopo dieci anni di assenza,
ritorna alle Gallerie dell'Accademia di Venezia la cosiddetta
'Nuda' di Giorgione, testimonianza superstite di una delle rare
imprese pubbliche condotte dall'artista di Castelfranco
(Treviso), che sarà finalmente esposta al pubblico a partire da
martedì 25 febbraio. Il frammento di affresco, già in uno stato
di conservazione precario, venne staccato nel 1937 dalla
facciata sul Canal Grande del Fondaco dei Tedeschi, edificio
medievale ricostruito dopo il devastante incendio del 1505 nei
pressi del ponte di Rialto, espressione monumentale dell'anima
mercantile di Venezia. La giovane figura femminile, ritratta in
piedi a seno scoperto entro una semplice nicchia, ha sempre
suscitato l'ammirazione dei commentatori per la "tinta sanguigna
e fiammeggiante" delle carni, come scrive Anton Maria Zanetti
nel 1760, capace di renderla seducente al di là della sua
difficile interpretazione; rappresenterebbe, si è ipotizzato, un
emblema della pace politica o della prosperità commerciale di
Venezia. Grazie ad un sapiente intervento di manutenzione
straordinaria, che ha visto la pulitura accurata della
superficie dipinta, la rimozione delle colle e dei ritocchi a
tempera alterati, la stuccatura delle piccole lacune e il loro
abbassamento con velature a tono, l'opera si offre ai visitatori
delle Gallerie per un pieno godimento estetico. "Una nuova e
preziosa luce - afferma il direttore Giulio Manieri Elia -
trarrà la 'Nuda' dal contesto espositivo entro cui verrà
collocata in una delle sale recentemente riallestite della
pittura cinquecentesca: la vocazione al classicismo, espressa in
quest'opera, appartenente alla tarda stagione giorgionesca,
troverà infatti risalto nel confronto con le altre preziose
opere di Giorgione in sala e nel dialogo con le composizioni dei
suoi giovani allievi, Tiziano e Sebastiano del Piombo, presenti
nel medesimo ambiente".
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