La materia reale e quella spirituale,
il sasso accanto al respiro, fino ad arrivare all'acqua intesa
come sublimazione e a un enorme dodecagono di ferro che protegge
la fiamma misteriosa della vita: così Gregorio Botta costruisce
per il visitatore un viaggio circolare dentro la fragilità
dell'uomo e del suo esistere nel mondo, nella personale "Just
measuring unconsciousness", primo dei 4 progetti espositivi
presentati oggi alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e
Contemporanea e in programma dal 4 febbraio al 13 aprile. A cura
di Massimo Mininni e dedicata a Lea Mattarella, la mostra ha nel
titolo un verso di Emily Dickinson per indicare il terreno di
indagine, la transitorietà dell'esistenza, tema che l'artista
affronta provando appunto a "misurare l'inconsapevolezza",
sempre osservando la realtà in punta di piedi. Mostra parallela
e allestita in contemporanea è "Each second is the last" di
Maria Elisabetta Novello, a cura di Ilaria Gianni. Anche questa
personale riflette sulla precarietà, con 3 gruppi di lavori che
raccontano l'idea di temporalità infinita provando a
interpretarla visivamente. Terzo progetto è "Notturno con
figura. Primo corollario sulla vibrazione" (4 febbraio-13
aprile), rassegna a cura di Lucrezia Longobardi, con le opere di
Carlo e Fabio Ingrassia ed Eugenio Tibaldi. Le opere esposte si
legano tra loro e agli spazi del museo al punto da costituire un
unico dispositivo, in cui in una sorta di paesaggio esistenziale
prendono forma i concetti di precarietà e disillusione che
caratterizzano il XXI secolo. C'è anche il linguaggio
dell'illustrazione, per la prima volta ospitato nelle sale della
Gnam, ad animare il quarto progetto presentato oggi, dal titolo
"Evergreen" (4 febbraio-22 marzo), a cura di Marcella Cossu e
Nunzia Fatone, e dedicato ad Attilio Cassinelli, illustratore,
poeta, narratore, nato a Genova nel 1923.
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