Per i cento anni dalla nascita,
apre domani a Palazzo Reale di Milano la mostra 'Emilio Vedova',
curata da Germano Celant, tra le più importanti mai dedicate a
uno dei più autorevoli artisti del '900. L'esposizione è
promossa da Comune di Milano Cultura, da Palazzo Reale e dalla
Fondazione Emilio e Annabianca Vedova.
La mostra presenta, oltre ad opere che vanno dagli anni 40
agli anni 90, un intervento ambientale, progettato dallo studio
Alvisi Kirimoto di Roma, che prevede la costruzione nella Sala
delle Cariatidi di una parete lunga 30 metri e alta 5,
circondata da una struttura luminosa indipendente che attraversa
diagonalmente il salone, quasi provocandone la severità
architettonica, in uno "scontro di situazioni", come si sarebbe
espresso Vedova. In questo contesto lacerato sono esposte, sia a
muro che a pavimento, una sessantina di opere, alcune delle
quali di imponenti dimensioni, tra cui il celebre ciclo Absurdes
Berliner Tagebuch 64 (1964). L'allestimento progettato per
presentare il percorso creativo di Vedova - spiegano gli
organizzatori - ha l'intento di lavorare sulla forte componente
scenografica dell'ambiente per far emergere, nelle due parti
contrapposte, gli aspetti innovativi e radicali del suo
contributo linguistico alle vicende dell'arte moderna e
contemporanea. Vale a dire porre a confronto i suoi lavori degli
anni 60, dipinti e sculture, come il ciclo dei Plurimi, con le
grandi tele e i Dischi, installati a pavimento, degli anni
'80/'90. In tale dialogo tra estremi si esplicita il valore
fondamentale dell'opera di Vedova nel contesto dell'arte
contemporanea internazionale.
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