Come in "Hugo Cabret", il
capolavoro di Martin Scorsese sul bambino che vive in una
stazione accudendo enormi orologi con l'unico cruccio di far
rivivere l'automa meccanico lasciatogli dal padre che sembra
nascondere il suo ultimo messaggio? O in Peter Carey e il suo
romanzo Chimica delle Lacrime in cui un'anatra meccanica
d'argento fa sfondo a storie d'amore impossibili. Precursori dei
robot, gli automata sono al centro di "Making Marvels: scienza e
splendore alle corti d'Europa" la mostra di Natale del
Metropolitan Museum di New York. "Orologi, automaton, mobilia,
strumenti scientifici, avori e gioielli che originariamente
abitavano le Kunst Wunderkammer dei sovrani servivano per
intrattenere e sorprendere" ha detto il direttore del Met, Max
Hollein, davanti a un tour de force di 170 oggetti che ha
coinvolto 50 istituzioni di tutto il mondo tra cui il Museo
Galilei di Firenze con strumenti astronomici e meccanici e il
Castello del Buonconsiglio di Trento con una fontana portatile
da cui durante i banchetti spillava acqua o vino. Gli automaton
avevano un ruolo nella vita di corte: spesso usati nei "drinking
games" delle tavole reali. In tutte le sale della mostra video e
modelli digitali ne illustrano il funzionamento creando
paralleli con le meraviglie tecnologiche del nostro tempo che
catturano la nostra attenzione usando gli stessi espedienti:
suspense e meraviglia attraverso drammatiche trasformazioni. Tra
i pezzi della mostra, aperta dal 25 novembre, molti non erano
mai stati esposti negli Usa. Tutti sono destinati a lasciare il
visitatore a bocca aperta come gli arredi d'argento del Tesoro
Esterhazy, il più grande diamante verde del mondo nella sua
montatura originale da ornamento per cappello (il "Dresden
Green" in onore del quale l'Empire State Building questa
settimana si e' illuminato di verde) e la ricostruzione moderna
di un robot-giocatore di scacchi della fine del Settecento detto
"il Turco" mise ko Napoleone.
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