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Mostre: a Faenza le ceramiche di Picasso

Mostre: a Faenza le ceramiche di Picasso

Cinquanta pezzi dalle collezioni del Musée National Picasso

FAENZA (RAVENNA), 31 ottobre 2019, 14:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cinquanta pezzi unici provenienti dalle collezioni del Musée National Picasso-Paris sono esposti al Museo internazionale delle ceramiche (Mic) di Faenza, dall'1 novembre al 13 aprile, nella mostra 'Picasso, La sfida della ceramica' a cura di Harald Theil e Salvador Haro, con la collaborazione di Claudia Casali. Un nucleo di inestimabile valore e un prestito eccezionale che affronta tutto il percorso e il pensiero creativo dell'artista spagnolo nei confronti dell'argilla.
    Nella mostra faentina vengono analizzate le fonti di ispirazione di Picasso, proprio a partire dai manufatti presenti nelle collezioni del Mic. La ceramica classica (con le figure nere e rosse), i buccheri etruschi, la ceramica popolare spagnola e italiana, il graffito italiano quattrocentesco, l'iconografia dell'area mediterranea (pesci, animali fantastici, gufi e uccelli) e le terrecotte delle culture pre-ispaniche sono esposte in un inedito dialogo con le ceramiche di Picasso.
    Una sezione speciale è dedicata al rapporto tra Picasso e Faenza. Diversi sono i pezzi di Picasso che il Mic possiede grazie al tramite di Tullio Mazzotti di Albisola, di Gio Ponti e dei coniugi Ramié, che furono sollecitati a richiedere alcuni manufatti al Maestro per un'esposizione a Faenza e, soprattutto, per la ricostruzione delle Collezioni d'arte ceramica moderna andate distrutte nell'ingente bombardamento alleato del maggio 1944.
    Merito dell'allora direttore Gaetano Ballardini, nonché fondatore del Museo faentino, che contattò Picasso a Madoura: fu così che arrivò nel 1950 il primo piatto ovale raffigurante la Colomba della Pace, memento contro ogni guerra, dedicata al Museo di Faenza e al destino della sua Collezione e della sua struttura. Seguirono altri piatti nel 1951, con teste di fauno e vasi dal sapore arcaico e archeologico, e il grande vaso 'Le quattro stagioni' (1951), graffito e dipinto, con la raffigurazione pittorica e morfologica di quattro figure femminili, le cui forme sinuose vengono sostanziate dalla curvatura accesa del vaso.
   

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