Ottanta opere di Joan Mirò
provenienti dalla collezione di proprietà dello Stato portoghese
in deposito alla Fondazione Serralves di Porto, a partire dal
prossimo 25 settembre, rappresenteranno il cuore della mostra al
PAN Palazzo delle Arti Napoli: "Joan Miró. Il linguaggio dei
segni", tra le esposizioni più importanti della stagione
autunnale napoletana.
Le opere, inserite nel percorso espositivo curato da Robert
Lubar Messeri, professore di storia dell'arte all'Institute of
Fine Arts della New York University, sotto la preziosa guida di
Francesca Villanti, direttore scientifico di C.O.R,
ripercorreranno più di sei decenni di attività creativa, dal
1924 al 1981, in cui Miró sviluppa un linguaggio formale che
trasforma l'arte del XX secolo. Un'opera del 1924, Ballerina,
che aprirà il percorso dell'esposizione, permetterà di iniziare
a conoscere lo straordinario talento dell'artista catalano.
L'opera mostra l'inizio dell'iter che Miró ha intrapreso per
arrivare al maturo linguaggio dei segni: una linea sostituisce
il corpo della ballerina, un semicerchio in alto la testa ed è
così che Miró avvia il processo di riduzione e semplificazione
della figura.
Il percorso espositivo condurrà fino alle opere degli anni
'80. In questi ultimi lavori figura e sfondo, segno, superficie
e supporto sono equilibrati a tal punto che sembrano dei
semplici frammenti di oggetti. La figura si fonde con il suo
supporto. Ne è esempio l'opera Senza titolo del 1981 che
rappresenta al meglio questa trasformazione. Il progetto è
promosso dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune
di Napoli, con il supporto del Ministero della Cultura
portoghese, il patrocinio dell'Ambasciata del Portogallo in
Italia e organizzata dalla Fondazione Serralves di Porto con
C.O.R. Creare Organizzare Realizzare.
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