Torna alla luce a Reggio Emilia un
pezzo dell'antica via Emilia: il segmento, di circa tre metri, è
emerso nei giorni scorsi da scavi in piazza Gioberti. Il tratto
appartiene alla via consolare voluta da Marco Emilio Lepido nel
187 a.C. che toccava i centri nevralgici della Regio VIII
coincidente con l'attuale Emilia-Romagna ed è costituito da un
piano in ciottoli fluviali squadrati disposti in modo da
consentire il deflusso laterale dell'acqua piovana.
Si tratta di una porzione del limite meridionale della via
Emilia di epoca romana, venuta alla luce durante i lavori di
riqualificazione nella piazza legati al progetto 'Ducato
Estense' finanziato dal Mibac. Il rinvenimento, già ipotizzato
dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la
città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio
Emilia e Ferrara, è stato documentato dagli archeologi e sarà
oggetto di studio e pubblicazione da parte della stessa
soprintendenza cui spetta la direzione scientifica dei lavori.
"Questo rinvenimento - spiega la soprintendente Cristina
Ambrosini - aggiunge un nuovo tassello alla conoscenza del
tracciato della via Aemilia, già rinvenuto in più punti nel
corso del ventesimo secolo, e porta dati nuovi e fondamentali
riguardo all'annosa questione della posizione del torrente
Crostolo all'interno della città antica tra epoca romana e XIII
secolo. Studiando i dati pregressi e quelli emersi dal controllo
archeologico in corso in piazza Roversi, sempre nell'ambito del
progetto Ducato Estense, potremo definire con maggior precisione
la posizione dell'alveo del torrente e la conformazione di
questo nevralgico settore urbano".
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