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Quirinale: Apre la mostra sulle leggi razziali

Quirinale: Apre la mostra sulle leggi razziali

Una mostra esperienziale che conduce il visitatore dentro la vita parallela di due famiglie italiane, l'una cattolica e l'altra ebrea, il cui destino si divide dopo il 1938

ROMA, 23 ottobre 2018, 10:22

Redazione ANSA

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Il capo dello Stato Sergio Mattarella all 'inaugurazione della mostra - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il capo dello Stato Sergio Mattarella all 'inaugurazione della mostra - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il capo dello Stato Sergio Mattarella all 'inaugurazione della mostra - RIPRODUZIONE RISERVATA

Apre al pubblico oggi al Quirinale la mostra sulle leggi razziali, a 80 anni dalla loro promulgazione sotto il regime fascista. Una mostra esperienziale che, in sette sale, conduce il visitatore dentro la vita parallela di due famiglie italiane, l'una cattolica e l'altra ebrea, il cui destino per una parte comune si divide dopo le leggi razziali del 1938 e si conclude per la seconda ad Auschwitz.

Il Quirinale ospita spesso mostre di carattere artistico o storico. Questa è stata invece voluta e promossa dallo stesso presidente Sergio Mattarella, che ha affidato la cura a Giovanni Grasso e Paco Lanciani, uno dei più apprezzati esperti italiani di realtà immersiva, noto per la sua collaborazione con Piero Angela e Quark.

 "1938: L'umanità negata. Dalle leggi razziali italiane ad Auschwitz" è il titolo che sintetizza il percorso, pensato soprattutto per le scuole e i giovani. Più che documenti bidimensionali, le sale mettono i visitatori al centro di installazioni, proiezioni e realtà multimediali, che lo fanno entrare nella vita concreta del tempo e gli fanno percorrere la vita delle due famiglie, quella del cattolico Francesco e quella dell'ebreo Bruno. La voce di Francesco Pannofino accompagna nelle sette sale. Nella terza sala il visitatore si trova dentro una classe di una scuola elementare, nella quale nel giugno 1938 i bambini si salutano prima delle vacanze, sicuri di rivedersi a ottobre; ma nel settembre le prime disposizioni razziste faranno si che alla ripresa delle lezioni i bambini "ariani" non ritroveranno più inspiegabilmente i loro amichetti ebrei, né tantomeno il loro insegnanti di religione ebraica. Di impatto emotivo forte anche la sala che fa salire sui vagoni merci che condussero, dopo l'8 settembre 1943, migliaia di ebrei italiani nei campi di sterminio nazisti, facendogli rivivere la sensazione di insensatezza delirante.

"E' accaduto una volta, quindi può accadere ancora" afferma Primo Levi in una delle frasi che vengono proiettate nella mostra. L'antidoto sono la nostra Costituzione (la copia originale firmata da Enrico de Nicola è nell'ultima sala), la Carta dei diritti dell'uomo del 1948 e soprattutto l'Unione europea, che ci ha regalato 70 anni di pace, di diritti e di uguaglianza. "Le azioni compiute erano mostruose, ma chi le compì era pressoché normale" disse Hanna Arendt in un'altra frase riportata nella mostra, dando ad essa una delle chiavi di lettura, insieme a quella di Elie Wiesel sull'indifferenza: "La neutralità favorisce sempre l'oppressore, non la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato".

La mostra è stata realizzata con la collaborazione del Miur, dell'Istituto Luce, della Treccani, del Memoriale della Shoa di Milano.
   

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