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Courbet e il genio della natura

Courbet e il genio della natura

A Ferrara le opere del grande maestro francese del paesaggio

Roma, 13 luglio 2018, 20:52

Luciano Fioramonti

ANSACheck

Gustave Courbet: La quercia di Flagey, 1864, Ornans, Musée Gustave Courbet © Musée Courbet - RIPRODUZIONE RISERVATA

Gustave Courbet: La quercia di Flagey, 1864, Ornans, Musée Gustave Courbet © Musée Courbet - RIPRODUZIONE RISERVATA
Gustave Courbet: La quercia di Flagey, 1864, Ornans, Musée Gustave Courbet © Musée Courbet - RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSA) - Roma, 13 LUG -Gustave Courbet, il grande maestro della pittura francese dell' Ottocento, viaggiò molto ma per scelta non venne mai in Italia: volle mantenere le distanze da una idea accademica dell' arte che non condivideva. Eppure, mentre nel 2019 in Francia non sono previste esposizioni per celebrarlo nel bicentenario della sua nascita sarà Ferrara a prendersi il merito di rendergli onore con la grande mostra "Courbet e la natura" in programma dal prossimo 22 settembre al 6 gennaio a Palazzo dei Diamanti. La retrospettiva riunisce opere che testimoniano l' approccio rivoluzionario dell' artista alla pittura di paesaggio, il suo aprire la strada verso percorsi nuovi, la sua influenza su artisti come Cezanne. Buona parte delle cinquanta tele sono state messe a disposizione dai più grandi musei francesi. "C' è stata una mobilitazione generale per dare il meglio all' Italia e a Ferrara - ha detto l' ambasciatore Christian Masset - con un impegno che è la garanzia della qualità e del carattere eccezionale di questa mostra". Courbet torna in mostra in Italia a quasi cinquant'anni dalla rassegna di Villa Medici del 1969, curata da Palma Bucarelli.

La prima volta fu nel 1954 alla Biennale di Venezia. "Fu un grande maestro del secolo d' oro della pittura francese - ha spiegato Maria Luisa Pacelli, direttrice di Palazzo dei Diamanti - e ha gettato le basi dell' arte moderna che si sviluppò in seguito. Fu un protagonista di quell' epoca anche per la sua carica rivoluzionaria nel tumultuoso scenario politico e sociale. L' altro motivo di attenzione è il rapporto viscerale di Courbet con il paesaggio". Dominique de Font-Rèaulx, una delle curatrici e direttrice del Museo Delacroix di Parigi, ha osservato che "effettivamente Courbet ha cercato per tutta la vita di inventare una via moderna per l'arte. Questa mostra è la prima a cercare di esplorare il legame tra l'artista e il paesaggio come realtà ed espressione pittorica, riuscendo a portare questa percezione intima su un livello universale".

La natura fu dunque la sua fonte principale di ispirazione. Quasi i due terzi della sua produzione - è stato fatto notare - sono costituiti da paesaggi e anche le opere che trattano temi sociali o descrivono momenti della quotidiana hanno spesso al centro l'elemento naturale. "Per dipingere un paesaggio bisogna conoscerlo. Io conosco il mio paese, lo dipingo", scrisse l'artista che attinse nella Franca Contea - era nato ad Ornans nel giugno 1819 - molti dei suoi soggetti preferiti, l'altopiano, i fiumi, i boschi, i monti. Non a caso, la mostra di Ferrara si apre con la grande tela "La quercia di Flagey", del 1864: secondo la leggenda Courbet nacque ai piedi di una quercia mentre sue madre era in viaggio.

Il catalogo avrà una chicca: l'introduzione affidata allo scrittore inglese Julian Barnes, grande conoscitore di Courbet. I curatori hanno scelto di non seguire un percorso cronologico privilegiando l' aspetto tematico, grazie ai prestiti dei musei che hanno consentito di affrontare l' intera tematica courbettiana: i paesaggi del primo periodo; la loro relazione con figure e animali, il Mediterraneo, che conobbe dopo il 1850 grazie al suo amico, collezionista e mecenate Alfred Bruyas; i viaggi che lo portarono in Olanda, Belgio, Germania e Svizzera; le nature morte; i nudi; la caccia; la quiete delle marine e la potenza delle onde dell' oceano che tanto lo colpirono nei suoi soggiorni in Normandia. Infine, i paesaggi degli ultimi anni in Svizzera, a La Tour-de-Peliz, dove morì nel 1877. Qui aveva vissuto in esilio dopo essere stato condannato e incarcerato per essersi schierato a favore dell'abbattimento della Colonna Vendôme, una colonna con bassorilievi sulle vittoriose campagne militari di Napoleone I poi effettivamente distrutta nel 1872. "E' una esposizione eccezionale - ha detto l'altra curatrice, Isolde Pludermacher, conservatrice capo del dipartimento del Museo d'Orsay di Parigi - Quella di Ferrara può essere considerata a tutti gli effetti la mostra del bicentenario della nascita. Courbet studiò molto la pittura italiana, spesso è stato paragonato a Caravaggio o a Correggio. E' vero, non venne mai in Italia ma sono certa che sarebbe stato contento di vedere dedicata a lui una mostra come questa". 

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