Facciate continue e svettanti che
anticipano le soluzioni dei moderni grattacieli, città con
camminamenti e sistemi di trasporto su più livelli dove il senso
della velocità e il movimento sono insiti nelle forme. Questi
alcuni tratti che caratterizzano il lavoro di Mario Chiattone
(1891-1957), architetto futurista legato a Umberto Boccioni e ad
Antonio Sant’Elia, i cui progetti sono oggi conservati nel museo
della Grafica di Pisa e che saranno al centro di un'opera di
restauro dell'Ateneo pisano insieme ai Cnr di Firenze e Perugia.
Sono più di 40 le opere che nel 1965 furono donate dalla
famiglia Chiattone al Gabinetto disegni e stampe all'Università
di Pisa allora diretto da Carlo Ludovico Ragghianti. Un corpus
che sarà accuratamente analizzato e restaurato grazie al
progetto europeo 'Cattedrali della modernità. Progetti e colori
delle metropoli 'futuriste' di Mario Chiattone'.
Lo studio analizzerà in particolare la produzione di
Chiattone compresa tra il 1914 e il 1917, "non solo per
conoscere meglio le modalità realizzative di queste opere, ma
anche per elaborare un piano di conservazione". Tra le analisi
realizzate, spiega l'Ateneo, "la riflettografia infrarossa
multispettrale ha dato ad esempio importantissimi risultati
anche per quanto riguarda lo studio dei metodi costruttivi
seguiti da Chiattone, rivelando una fitta trama di linee e segni
tracciati a matita durante la fase preliminare di lavoro e
precedente all'applicazione del colore che caratterizza la
maggior parte delle opere della collezione". I risultati delle
indagini confluiranno in una grande retrospettiva e in un
catalogo scientifico delle opere di Chiattone che Università e
museo della Grafica hanno programmato per il 2020. La collezione
di progetti e dipinti di Chiattone, conclude la nota, "è un
nucleo di eccezionale importanza nel panorama dell'architettura
futurista: sono opere continuamente richieste da tutto il mondo
per esposizioni temporanee, non ultimo il Guggenheim di New
York, che ora finalmente vorremmo valorizzare anche in
Italia".
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