Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Cambellotti, trascrittore della realtà

Cambellotti, trascrittore della realtà

A Roma mito, storia e natura nel percorso multiforme dell'artista

ROMA, 06 giugno 2018, 09:28

Luciano Fioramonti

ANSACheck

Duilio Cambellotti, Le vestali, 1910-14 china, tempera e biacca su cartone, 52 x 52 cm - RIPRODUZIONE RISERVATA

Duilio Cambellotti, Le vestali, 1910-14 china, tempera e biacca su cartone, 52 x 52 cm - RIPRODUZIONE RISERVATA
Duilio Cambellotti, Le vestali, 1910-14 china, tempera e biacca su cartone, 52 x 52 cm - RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSA) - ROMA, 5 GIU - Orafo, ceramista, illustratore, pittore, scenografo teatrale e cinematografico, costumista, fotografo e collezionista, e soprattutto scultore originale ispirato a una classicità di stile, forme e soggetti: è difficile contenere in una definizione la personalità poliedrica e multiforme di Duilio Cambellotti, artista e artigiano che ha vissuto la sua stagione più feconda nei primi decenni del '900. Una analisi della sua sterminata attività viene dalla mostra allestita a Roma nei Musei di Villa Torlonia, scenario fantastico tra stucchi e decorazioni per le 240 opere di questa antologica ricca e suggestiva. Nel Casino dei Principi la parte più cospicua; una sezione dedicata alla scenografia e una galleria di sculture concludono il percorso nel Casino Nobile. Infine, la collezione permanente di vetrate liberty e decò che ornano la splendida Casina delle Civette.

"Duilio Cambellotti. Mito, sogno e realtà" - a cura di Daniela Fonti, responsabile scientifico dell'Archivio dell'artista, e da Francesco Tetro, direttore del museo civico "Cambellotti" di Latina - è la prosecuzione della rassegna del 1999 alla Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale che ha rappresentato il primo passo per la riscoperta del maestro romano. "I giovani - spiega Daniela Fonti - dovrebbero avvicinarsi a Cambellotti perché è un artista versatile, che ha spaziato in molti ambiti senza fossilizzarsi in un'unica direzione. Modernissimo, democratico, ha privilegiato le forme più espressive per raggiungere il maggior numero di persone. Non ha mai avuto una concezione elitaria dell'arte, come non ha smarrito la vena socialista rivolta al benessere sociale e alla elevazione delle classi subalterne anche quando, come altri artisti, ha prodotto per il Regime".

Duilio Cambellotti (1876-1960) cominciò a muoversi nell'ambiente artistico della capitale a cavallo del secolo come incisore. Giacomo Balla lo immortalò nel 1905 in uno strepitoso carboncino intitolato, appunto, "Il Cesellatore", che accoglie il visitatore all'ingresso. I curatori hanno voluto documentare i 60 anni di lavoro dell'artista, dai progetti per le industrie artistiche nazionali e straniere ai disegni pubblicitari per esposizioni, banche e teatri. Modernità e arcaismo si alternano nella sua attività di progettista e decoratore; nella storica Esposizione del Cinquantenario dell'Unità, per la quale disegna il manifesto ufficiale Roma 1911, non lontano dal villino de La Casa (la rivista cui collaborò fin dal 1908), ecco la "sovversiva" Capanna dell'Agro, la dimora in cui vivevano in condizioni precarie i braccianti nomadi del territorio pontino, ma anche manifesto del lavoro sociale compiuto insieme al gruppo umanitario dei sostenitori delle "Scuole per i contadini".

In mostra c'è il disegno della Capanna, alta 30 metri, che venne realizzata a Piazzale Flaminio senza suscitare interesse. Cambellotti animò e sostenne le scuole dei contadini. Un grande manifesto spiega bene la sua visione: su un aratro (il lavoro) è aperto un libro (l'istruzione). E aiutò anche i mutilati ai quali chiese di produrre giocattoli di legno, animali e butteri. Quel mondo influenzò il suo orizzonte di scultore nei decenni successivi: cavalli al galoppo o mentre si abbeverano, bufali, puledri, tori e mandrie controllati dal buttero avvolto nel mantello. Al lavoro di ideatore di arredi per le abitazioni private, cominciato con le vetrate artistiche negli anni Dieci e proseguito per due decenni con la progettazione di mobili, stoffe, ceramiche, piccoli bronzi, si affianca la dimensione pubblica dell'artista che interpreta nella grande scultura e nella pittura monumentale le aspirazioni di autorappresentazione del regime fascista, impegnato in grandi imprese collettive: la bonifica delle paludi, la progettazione delle città nuove, l'edificazione di palazzi pubblici.

Dalle sculture monumentali per esterni ai cicli pittorici e scultorei ideati per Littoria, e per il territorio pontino, fino alla progettazione integrata di pitture parietali, stucchi e arredi mobili per il Palazzo dell'Acquedotto di Bari nel 1931-1932, forse l'opera più rappresentativa della sua versatilità. L'archivio Cambellotti, affidato alla cura della Galleria Russo, fino ad oggi ha catalogato ottomila opere in un lavoro di schedatura che va avanti con l'obiettivo di pubblicare entro il 2020 il catalogo generale diviso per sezioni. "Cambellotti non è mai stato un pittore da cavalletto - ha detto Francesco Tetro -. Non dipingeva dal vero, annotava, fotografava ogni dettaglio. Era un trascrittore della realtà. Un artista totale che non si lasciò toccare dal futurismo. Non usava materiali nobili ma guardava al popolare. Fu coerente fino alla fine". Anche piccoli dettagli confermano che non smise mai di essere artista e artigiano: la sera prima di morire, a 84 anni, dopo cena modellò un piccolo presepe con la mollica di pane.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza