Sembrano un paradosso nel loro
mostrarsi così inverosimili, eppure nascondono molto più di ciò
che all'apparenza rivelano. Sono le opere della mostra "Curiose
riflessioni. Jean-François Niceron, le anamorfosi e la magia
delle immagini" che le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma
presentano a Palazzo Barberini dal 7 marzo al 10 giugno.
L'esposizione presenta 4 anamorfosi del matematico
Jean-François Niceron, dipinte intorno al 1635. Sono opere
raramente esposte perché di non facile fruizione: per guardarle
si ha bisogno di specchi cilindrici riflettenti che
restituiscono, ricomponendola, l'immagine corretta. In questo
tipo di quadri, infatti, è spostato il punto di vista da cui
viene idealmente proiettata l'immagine dell'oggetto
rappresentato, di solito collocato esattamente di fronte al
quadro stesso (da cui cioè lo guarda l'osservatore).
In mostra anche due esemplari dei trattati La Perspective
curieuse e il Thaumaturgus opticus, in cui il matematico
teorizzò la "magie artificielle".
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