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Franceschini, non cancellare ma mettere a frutto le mie 5 riforme

Franceschini, non cancellare ma mettere a frutto le mie 5 riforme

Per prossima legislatura si punta su legge libro, contemporaneo e prevenzione

ROMA, 16 gennaio 2018, 10:03

Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

Italian Culture Minister Dario Franceschini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Italian Culture Minister Dario Franceschini - RIPRODUZIONE RISERVATA
Italian Culture Minister Dario Franceschini - RIPRODUZIONE RISERVATA

''Questo governo, lavorando insieme al parlamento e varando anche con un largo consenso trasversale importanti provvedimenti, ha dimostrato che con la cultura si mangia''. Parola del Ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini, secondo cui ''le politiche culturali hanno trovato un'attenzione che non avevano da tanto tempo e sono diventate una scelta strategica. Mi pare difficile che si possa tornare indietro''. Ma non erano tutti della sua opinione nella platea ristretta di operatori e protagonisti del mondo dell'editoria, dello spettacolo e della cultura venuti ad ascoltarlo nella sede della casa editrice Laterza, in un dibattito moderato dal padrone di casa Giuseppe Laterza. C'erano la presidente della Rai Monica Maggioni, quello del Fai Andrea Carandini, il direttore di Federculture Claudio Bocci, la presidente della Commissione Cultura della Camera Flavia Nardelli, la responsabile cultura del Pd Anna Ascani, il direttore di Rai Radiotre Marino Sinibaldi, Elio De Capitani e molti altri. Per molti di loro non è così scontato che le politiche sulla cultura portate avanti da questo governo siano qualcosa di sicuro e consolidato, e del resto lo stesso Laterza sottolineava giustamente come i temi culturali non siano minimamente entrati ancora nella disputa elettorale. ''Sono sostanzialmente cinque le riforme strutturali che abbiamo portato avanti - ha spiegato il ministro Franceschini che ha fatto il punto su tutto il suo operato - ovvero quella sull'art bonus, quella sulle tutele con una riduzione delle soprintendenze; la riforma dei musei che non è solo direttori stranieri e che non va valutata solo dal numero dei visitatori o da incassi ma anche dalle tante attività che ruotano intorno al museo. Inoltre la legge sul cinema e infine la legge sullo spettacolo dal vivo''. Ora, ha aggiunto, ''si tratta di applicare queste riforme strutturali'', e soprattutto di individuare la priorità dei filoni da portare avanti: ''se questa è stata la legislatura che è servita ad impostare la prossima sarà per realizzare e mettere a frutto le riforme fatte''. Quindi, ha spiegato il ministro parlando del futuro, ''si lavorerà sulla legge sul libro o l'editoria, come volete chiamarla che deve essere basata sulla tutela dell'intera filiera sul modello di quella del cinema''. Ma anche sulla promozione ''del contemporaneo e sull'architettura che deve ritrovare i suoi spazi nelle nostre città. Non dobbiamo solo tutelare ma rompere questo tabù e riprendere gli incroci storici che si sono fermati''. Poi si deve pensare per il ministro ''all'industria culturale creativa'', sulla ''periferia che è la sfida di questo secolo'', sulle ''risorse umane'', sulla ''diplomazia culturale europea''. Qualcosa poi potrebbe anche prendere il via prima della fine della legislatura, ha fatto intendere Franceschini, in materia di ''messa in sicurezza antisismica del patrimonio e prevenzione'' e anche sulla ''promozione della cultura e della storia italiana nel mondo''. Ma anche sulle cose acquisite, non ha negato il ministro, ''si può fare di più'' e rispondendo alle sollecitazioni degli operatori del settore molto si è discusso dei possibili sviluppi ad esempio di art bonus, di utilizzo dei musei e dei luoghi d'arte per altre attività. ''Io ho fatto il ministro per passione - ha concluso - anche se non lo sarò più chiamatemi lo stesso a parlare di questi tempi perchè verrò volentieri''.
   

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