Un caleidoscopio di oggetti di
design, video, installazioni, performance, per raccogliere tutto
il magma delle opere visionarie di Archizoom, Remo Buti, 9999,
Superstudio, Gianni Pettena, UFO, Zziggurat, gruppi capaci di
rendere Firenze, negli anni sessanta e settanta dello scorso
secolo il centro di una delle ultime rivoluzioni creative
nell'arte di impatto internazionale. E' 'Utopie Radicali. Oltre
l'architettura: Firenze 1966-1976', esposizione curata da Pino
Brugellis, dallo stesso Pettena e da Alberto Salvadori, che
celebra la straordinaria stagione creativa fiorentina del
movimento radicale nato a cavallo tra Sixties e Seventies. La
mostra è accolta negli spazi della Strozzina, in Palazzo Strozzi
a Firenze, dal 20 ottobre al 21gennaio, ed offre alla visione
del pubblico 320 opere tra cui abiti, gioielli, tessuti,
porcellane, lampade, mobili, foto, fotomontaggi, collage,
modelli e progetti. Per la prima volta sono rappresentati,
insieme, tutte le produzioni degli architetti radicali di
Firenze, a mezzo secolo di distanza dalla nascita del movimento.
La mostra testimonia il ruolo centrale del capoluogo toscano
negli anni della fondazione e della diffusione della Ricerca
Radicale tra 1966 e 1976. Da una Firenze riemersa dalle acque
del 6 novembre 1966, nello stesso dicembre a Pistoia, con la
mostra Superarchitettura apparvero Archizoom e Superstudio,
mentre Pettena e Ufo già operavano fuori e dentro l'università.
Liberati dai residui e dalle infatuazioni architettoniche della
cultura erede del razionalismo, i Radicali iniziarono una
demolizione della disciplina attraverso azioni di guerriglia,
cortocircuiti e trasgressioni che miravano a sovvertire le basi
di una società borghese allora incurante del dibattito culturale
contemporaneo.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA