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Palazzo Ducale di Genova, il 'modello' della cultura pubblica

Palazzo Ducale di Genova, il 'modello' della cultura pubblica

600 mila presenze in 1 anno e un'idea che è stata rivoluzionaria

GENOVA, 21 giugno 2017, 18:57

Redazione ANSA

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GENOVA - Rompere lo schema, rivoluzionare, fare della cultura non solo una concezione metafisica ma un modus vivendi attraverso il quale non solo si programmano grandi eventi ma si dà voce anche alla povertà e alla società invisibile, non solo si è luogo privilegiato per istituzioni superiori ma si parla di migranti e disabili, non solo ci si impone la trasparenza amministrativa e l'attivo di bilancio ma si frequenta l'eticità del lavoro. Al termine del mandato con la Fondazione Palazzo Ducale Luca Borzani parla di numeri ma non solo. Parla anche del fare 'cultura pubblica' per lui che è stato presidente di un ente veramente pubblico-privato.
    I numeri certo sono importanti: l'incremento dei visitatori dai 519.811 del 2014 ai 587.471 del 2016 o l'aumento dell'avanzo di gestione (5.29 euro nel 2014 e 9.859 euro nel 2016) così come sono importanti i titoli delle grandi mostre che il Ducale ha ospitato: 'Van Gogh e il viaggio di Gauguin' (342 mila visitatori), 'Dagli impressionisti a Picasso' (248.975 visitatori), e negli ultimi mesi 'Modigliani', 50 mila visitatori al 30 aprile.
    "Esiste un modello Palazzo Ducale, l'idea della cultura di qualità per tutti, costruire più pubblici, di far sì che palazzo Ducale sia rete di tante realtà culturali e anche una forte concezione di rapporto tra cultura e welfare - ha detto il presidente prossimo alla scadenza Luca Borzani -. Non credo che esistano altre istituzioni culturali italiane che abbiano un tale livello di riconoscimento nella città. E' un luogo dove parla Cacciari e il giorno dopo si discute di immigrati e povertà. Ecco, c'era l'idea di dare risposta a domande che la crisi, che non è solo economica ma anche morale e culturale della modernità mettesse in evidenza". Rendere visibile i 'pensieri lunghi' insomma, cosa che "che né i media né la politica più trasmettono".
    Cosa ha fatto la differenza: Borzani parla di un dato "che rende visibile la differenza: dal 1992 al 2007 soltanto 4 mostre hanno superato le 100 mila persone. Dal 2008 a oggi ogni anno una mostra supera le 100 mila presenze. Qui è passato il meglio delle voci culturali europee e italiane. Tante volte abbiamo cercato di costruire iniziative anche difficili ma avevamo l'idea che potessero essere utili e potessero servire. Noi che siamo l'unica realtà pubblico-privata della città abbiamo una forte connotazione pubblica e non abbiamo l'idea di una cultura salottiera ma una cultura che contemporaneamente dia strumenti e contribuisca all'arricchimento della città. Ciò che lasciamo non è un'esperienza amministrativa ma un modello che ha cambiato la città". Il 'Modello Ducale', appunto che lascia un'eredità: "Abbiamo già fatto la programmazione per il 2018 - ha detto Borzani - per non lasciare le spalle scoperte a chi verrà". Due eventi su tutti: la mostra dedicata a Picasso con i capolavori del museo di Parigi e la prima edizione del Book Pride, la fiera nazionale dell'editoria indipendente.
   

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