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Pintoricchio e Borgia, mistero svelato

Pintoricchio e Borgia, mistero svelato

Ai Capitolini dipinto Madonna, non è Giulia Farnese

ROMA, 18 maggio 2017, 20:21

Nicoletta Castagni

ANSACheck

PINTORICCHIO. PITTORE DEI BORGIA - RIPRODUZIONE RISERVATA

PINTORICCHIO. PITTORE DEI BORGIA - RIPRODUZIONE RISERVATA
PINTORICCHIO. PITTORE DEI BORGIA - RIPRODUZIONE RISERVATA

Due straordinari capolavori di Pintoricchio, uno dei quali mai visto in pubblico, sono esposti fino al 10 settembre ai Musei capitolini in una mostra che, riunendo per la prima volta queste opere, svela dopo secoli un mistero legato agli affreschi eseguiti dal maestro umbro negli appartamenti di papa Borgia. Il Gesù Bambino benedicente, detto 'delle mani', e il volto intenso e soave di una Madonna farebbero parte del dipinto che secondo le voci del tempo raffigurava in realtà Giulia Farnese, amante di Alessandro VI, con il pontefice adorante alle sue ginocchia e per questo, in piena Controriforma, rimosso, smembrato e disperso.

L'affiancamento delle due opere rinvenute nelle collezioni Chigi, sembra ora smentire la maldicenza che aveva nuociuto anche all'arte di Pintoricchio. Dare finalmente questa prova è appunto lo scopo di 'Pintoricchio pittore dei Borgia', organizzata da MetaMorfosi con Zetema e curata da Cristina Acidini, Francesco Buranelli, Claudia La Malfa e Claudio Strinati, con la collaborazione di Franco Ivan Nucciarelli, che una decina di anni scoprì il primo, fondamentale frammento, quel meraviglioso Bambino Benedicente, ora di proprietà della Fondazione Guglielmo Giordano.

Fare luce su un enigma tramandato dallo stesso Vasari, indignato perché Pintoricchio aveva assegnato a 'Nostra Donna' le sembianze della giovane e potente concubina del papa, non è però l'unico aspetto della rassegna romana che affianca ai due capolavori altri dipinti del maestro umbro, di Tiziano e di altri pittori coevi, nonché sette marmi antichi. In tutto una quarantina di opere, capaci di documentare lo spirito del tempo, la straordinaria fioritura stilistica e l'originalità di Pintoricchio, apprezzato nelle corti papali, già prima dell'arrivo si Alessandro VI. Ma soprattutto, dalle opere esposte emerge il dialogo tra l'arte della Rinascenza e il mondo classico, riemerso con le sue meraviglie dopo i primi scavi che portarono alla luce ad esempio la Domus Aurea, che Pintoricchio visitò tra i primi. Ultimato nel 1494, in soli due anni, l'appartamento Borgia fece grande scalpore per la sua magnificenza e per le voci che subito girarono sulla raffigurazione considerata empia una Madonna col Bambino benedicente e, ai loro piedi, un Papa adorante.

La presunta presenza di Giulia Farnese nella figura della Madonna, causò infatti infiniti scandali: fu prima coperta, poi strappata dalle pareti, infine dispersa in più frammenti. L'esatta composizione del dipinto, tuttavia, non andò perduta grazie a una copia realizzata nel 1612 dal pittore Pietro Fachetti. Nel dipinto Alessandro VI è ben riconoscibile, come il Bambino benedicente, ma la scadente pittura di Fachetti non era in grado di restituire il dialogo tra gli sguardi e i gesti, né la vera fisionomia della Madonna. Che rinvenuta di recente in collezioni legate alla discendenza Chigi si mostra in tutta la sua eterea beltà. Non un ritratto, di cui tra l'altro Pintoricchio era eccelleva, bensì la rappresentazione spirituale e profonda della Vergine, come molte altre della sua ricca produzione. Quella lasciata dal maestro rinascimentale sarebbe dunque una rarissima iconografia papale che, rappresentando 'l'Investitura divina' del neoeletto pontefice, spazza definitivamente il campo dalle interpretazioni decisamente più terrene che ne provocarono la distruzione, persistendo tuttavia nella memoria.

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