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Mitologia del quotidiano, Vernizzi a Castelfalfi

Mitologia del quotidiano, Vernizzi a Castelfalfi

FIRENZE, 16 maggio 2017, 18:35

Redazione ANSA

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Luca Vernizzi a Castelfalfi - Grande sporta lilla (tempera, - RIPRODUZIONE RISERVATA

Luca Vernizzi a Castelfalfi - Grande sporta lilla (tempera, - RIPRODUZIONE RISERVATA
Luca Vernizzi a Castelfalfi - Grande sporta lilla (tempera, - RIPRODUZIONE RISERVATA

CASTELFALFI (FIRENZE) - La Galleria Nuvole Volanti di Castelfalfi presenta la personale di Luca Vernizzi in Toscana. La mostra, il cui titolo è “Mitologia del quotidiano”, resterà aperta fino al 31 di maggio nella Home Gallery “CasaGucci” e negli spazi “CoolTime” e “Il Castelfalfi”.

Sono quattordici le opere esposte, fra cui la tela e installazione monumentale “L’inerenza e l’altrove”. Il titolo della rassegna, “Mitologia del quotidiano”, riassume il senso di fondo dell'atteggiamento poetico di Luca Vernizzi; quale testimonianza della vita. Un essere nel mondo che è, sì, presa diretta di quanto ci appare, appunto, nella quotidianità contingente dell'ora, ma che al contempo viene segretamente trasferito in una sfera astratta dal compiacimento del racconto. I suoi oggetti, di qualunque natura essi siano, compresi luoghi e persone, vengono raccontati non tanto per quello che sono all'apparenza, ma per il mistero del loro esserci. Mistero che viene filtrato da una domanda profonda del guardare. La quotidianità è denudata da tutto ciò che non attiene al momento filtrante della domanda dell'artista. Domanda che, proprio ad opera di questo filtro, trasferisce il tema in una sorta di mitico, incondizionato e ideale vuoto e silenzio. Aveva ragione Platone a condannare ciò che viene raccontato, in forma visiva, del mondo? In questo senso, Mitologia del quotidiano vuole dargli ragione.

Le opere esposte raccontano visivamente della “mitologia” del quotidiano che si ri-compone negli oggetti o nelle nature morte come in Grande sporta lilla, Posate, Cesto rosso di frutta, Pianta di pomodori, Mele nel cesto, Banane e mele, Pere e pomodori, I vasi dei miei colori, oppure si ritrova nei luoghi e negli spazi di cui l’autore predilige il racconto come in Tela bianca e tenda nera, La tela e il camice, Specchio di sguincio, Solstizio d’Estate, Erba e Oleandro: notturno, e la monumentale L’inerenza e l’altrove, dove il mito sembra avvicinarsi in maniera imponente dall’orizzonte dell’isola di Tavolara, un’Itaca così vicina e vera, un mito davvero quotidiano.

Luca Vernizzi nasce a S. Margherita Ligure nel 1941. Compie studi classici e artistici. Dopo quattro anni di critica d'arte al “Corriere della Sera” come vice di Leonardo Borgese, nel 1968 esordisce con una mostra alla Galleria Pagani di via Brera a Milano, presentato da Emilio Radius che ne è lo scopritore. La prima grande esposizione all'estero gli viene allestita al Museo d'Arte Moderna di Saarbrücken nel 1975, anno in cui ha inizio la sua attività di docente di Disegno all'Accademia di Brera, che si protrae fino al 2013. Successivamente, nel 1979, il Comune di Milano patrocina un'ampia rassegna di sue opere nelle Sale dell'Arengario, oggi Museo del Novecento. Nel 1980 presenta una rassegna di opere alla Galleria Comanducci di Milano, con introduzione di Riccardo Bacchelli. L'anno successivo, sempre a Milano, un florilegio di ritratti a personalità di grande rilievo (Enzo Biagi, Giorgio Armani, Valentino Bompiani, Mario Tobino, Alberto Lattuada, Pietro Barilla, Giulietta Masina, Giulietta Simionato, Walter Chiari, Emerson Fittipaldi, Umberto Veronesi e molti altri) viene ospitato alla Galleria Cortina con testi introduttiva di Riccardo Bacchelli, Ruggero Orlando e Alberto Bevilacqua, anch'essi presenti nella compagine degli illustri ritrattati. Nel 1988 entra a far parte degli artisti della Compagnia del Disegno di Milano dove, nel 1992, Giovanni Testori scrive il testo introduttivo per una sua personale. Del 1995 è una mostra alla Galleria Nazionale Atatürk, ad Ankara e, nel 1996, agli Archivi Imperiali della Città Proibita di Pechino, con patrocinio del Ministero della Cultura. Sempre nel 1996, un' ampia monografia della sua produzione (La realtà immaginata) viene pubblicata dalla Compagnia del Disegnocon testi critici di Enzo Fabiani e di Rossana Bossaglia. Nel 2004 l'Ambasciata d'Italia promuove l'esposizione di tre grandi dipinti al Centro Culturale Borges di Buenos Aires. Nel 2011 vince il Concorso per l'installazione a Roma di un monumento in onore del S. Pontefice Giovanni Paolo II al Santuario del Divino Amore, a cura di Alfredo Paglione; testo, in pubblicazione correlata, di Elena Pontiggia. Sempre nello stesso anno è invitato alla 54. Biennale di Venezia, Padiglione per i centocinquanta anni dell'Unità d'Italia, dove espone il pannello Ieri sera Caravaggio. Nel 2016 viene allestita un'esposizione di dodici suoi grandi dipinti al Palazzo della Triennale di Milano.

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