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L'allegria di Carcano torna a Milano dopo 100 anni

L'allegria di Carcano torna a Milano dopo 100 anni

22 marzo 2017, 15:28

Redazione ANSA

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CARCANO Allegria, Pescarenico nel lago di Lecco - RIPRODUZIONE RISERVATA

CARCANO Allegria, Pescarenico nel lago di Lecco - RIPRODUZIONE RISERVATA
CARCANO Allegria, Pescarenico nel lago di Lecco - RIPRODUZIONE RISERVATA

MILANO - ''Un paesaggio costruito con fare robusto e un “andar risoluto e poderoso del pennello” nel quale anche le figure, scriveva Chirtani sulle pagine de “L’’Illustrazione Italiana”, “svaniscono, per così dire, nell’ambiente”11. Un paesaggio, infine, che non è più veduta e descrizione di un luogo, ma, come avrebbe detto anni dopo il medesimo Carcano, espressione della capacità di ciascun artista di far percepire il “senso intimo del vero”, un “vero che negli artisti moderni si manifesta col senso dell’aria, dello spazio, della profondità nei quadri”''. Così Elisabetta Chiodini, nel catalogo, descrive  il capolavoro di Filippo Carcano Allegria, Pescarenico nel lago di Lecco, che dopo oltre cento anni dall’ultima esposizione alla Pinacoteca di Brera nel maggio del 1914, torna a Milano dove non fu mai più esposta. Oggi, l’importante dipinto, a suo tempo presentato alla IV Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino del 1880 e, in quell’occasione, vincitore del primo premio per la pittura di paesaggio, sarà il protagonista della mostra: Filippo Carcano “Allegria, Pescarenico nel lago di Lecco”alla Galleria Art Studio Pedrazzinidi Milano dal 24 di marzo al 7 di aprile 2017.

  L’esposizione, che si articola proprio intorno al capolavoro di Carcano, è stata ordinata innanzitutto per mostrare l’opera di cui si era persa ogni traccia iconografica. Su di essa esiste una grande letteratura, che comprende anche un numero molto ampio di articoli e descrizioni del dipinto sui giornali dell’epoca, ma solo oggi può essere ammirata poiché né le cronache dell’epoca né la mostra di Brera, realizzata senza catalogo, mostravano appieno il dipinto. Fra i passaggi nella storia del capolavoro si ricorda come lo stesso fu acquistato nel 1880 dal torinese Ernesto Balbo Bertone conte di Sambuy, presidente del comitato dell’esposizione di Belle Arti. L’inserimento nella collezione del conte di Sambuy fece uscire per sempre il dipinto dal circuito espositivo ottocentesco.

La nuova esposizione milanese dell’opera, esattamente a 102 anni dal suo allestimento a Brera, è accompagnata da un rigoroso saggio di Elisabetta Chiodini, studiosa di riferimento per Carcano, che per l’occasione ha firmato il testo in catalogo dove ha ricostruito la storia, il percorso espositivo e la ricca bibliografia d’epoca del capolavoro.

  Accanto al dipinto del maestro ambrosiano, si presentano le opere di altri autori lombardi che, tra gli anni ottanta e novanta dell’Ottocento, ammaliati dal fascino della forza innovatrice del fare pittorico di Carcano vi si sono ispirati trovando proprio nella pittura di paesaggio la loro strada. Tra questi saranno in mostra: Eugenio Gignous con Imbarcadero sul lago Maggiore, tela eseguita dal vero nel 1879; Achille Tominetti, rappresentato da un piccolo paesaggio eseguito nel 1881 a Miazzina; Giorgio Belloni del quale si espone Acquazzoni d’aprile, grande tela presentata all’inaugurazione della nuova sede della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano nel 1886; ed ancora Leonardo Bazzaro, Emilio Gola, Pompeo Mariani e Giuseppe Mentessi, autori che hanno fatto della pittura di paesaggio il loro punto di forza e del linguaggio innovativo di Filippo Carcano il proprio linguaggio.

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