Una ventina di scatti, realizzati
dai grandi interpreti del Novecento, per 'raccontare' Peggy
Guggenheim. E' la mostra fotografica 'Peggy Guggenheim in
Photographs' (10 giugno - 27 novembre), allestita alla Ikona
Gallery, in collaborazione con la Collezione che prende il nome
dalla collezionista-mecenate statunitense.
Raramente la collezionista americana è stata soggetto di
dipinti, sono invece numerose le immagini fotografiche che la
ritraggono: figura cardine nella storia dell'arte del XX secolo,
tra coloro che immortalarono Peggy durante l'arco della sua
vita, e oggi in mostra, Rogi André, Berenice Abbott, Roloff
Beny, Gianni Berengo Gardin, Gisèle Freund, Dino Jarach, Ida
Kar, George Karger, André Kertész, Hermann Landshoff, Man Ray,
Robert E. Mates, Nino Migliori e Stefan Moses.
"L'idea della mostra - spiega la curatrice Ziva Kraus - è
legata al programma dei 500 anni dalla nascita del Ghetto di
Venezia, nel 1516. Il termine 'ghetto' affonda la propria
etimologia nel vocabolario stesso veneziano (da ghèto, fonderia
su un'isoletta dove nel XVI secolo furono confinati gli ebrei) e
la parola è, a priori, sinonimo di diaspora e di ebraismo. In
tal senso la storia stessa della famiglia Guggenheim è una
storia di diaspora: ebrei, originari della Svizzera, di
Aargau-er Surbtal, emigrano nel 1847 in America. Qui nascerà
Benjamin Guggenheim, fratello del celebre Solomon, e padre di
Peggy. Anche Peggy visse un'esistenza segnata da un perpetuo
spostamento, da un continuo viaggiare, tra America ed Europa, da
Parigi, a Londra, a New York, a Venezia". Così le 21 immagini
in mostra - è stato ricordato - ripercorrono le tappe salienti
di questa sua vita unica e straordinaria di donna determinata e
collezionista lungimirante, sempre aperta al mondo, una donna
rivoluzionaria che non solo andò contro le convenzioni sociali
borghesi, ma le scardinò, una donna che con le sue scelte ha
lasciato un segno indelebile nella storia dell'arte del
Novecento.
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